La mafia in Sardegna non esiste. Ma la criminalità sì. E a volte si collega con 'ndrangheta e camorra quando si tratta di "muovere" partite di stupefacenti o anche investire nel turismo. Da non sottovalutare poi il pericolo terrorismo, come dimostra una delle più importanti indagini a livello nazionale su una cellula a Olbia ispirata ad Al Qaeda. È quanto emerge dalla relazione annuale 2016 della Direzione nazionale Antimafia e Antiterrorismo (Dna).
La malavita, che ha da tempo abbandonato i sequestri, si sta specializzando soprattutto nel commerci di stupefacenti e negli assalti ai portavalori. Con frequenza e metodi particolarmente cruenti che denotano una preparazione paramilitare. Per quanto riguarda la droga la criminalità locale ha collegamenti sempre più frequenti con organizzazioni di matrice straniera: albanesi, nigeriani e colombiani. Particolarmente preoccupante, inoltre, il fenomeno delle intimidazioni rivolte a pubblici amministratori e rappresentanti delle istituzioni che interessa soprattutto la provincia di Nuoro.
La Sardegna registra una percentuale di 8,3 attentati intimidatori ogni 100.000 abitanti che la colloca al primo posto tra le regioni italiane. Nel triennio 2013 2016 la polizia giudiziaria ha rilevato 143 attentati solo contro sindaci. Ci sono stati attentati incendiari o esplosivi contro esponenti dell'amministrazione comunale di Bosa, Torpè, Desulo, Bottida, Carbonia. E anche nei confronti di appartenenti all'arma dei carabinieri in servizio a Orotelli. Il movente? Spesso questioni personali: mancate assunzioni, sanzioni, espropri o mancate concessioni. Cresce anche il traffico illecito di rifiuti.
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