"Si deve dimettere Pigliaru, non
i suoi assessori". Lo dichiara il coordinatore sardo di Forza
Italia, Ugo Cappellacci, all'indomani delle dimissioni
dell'assessore ai Lavori pubblici della Regione Sardegna, Paolo
Maninchedda.
"La legislatura guidata da Francesco Pigliaru è finita -
commenta l'ex governatore - anche se sul piano numerico il
presidente finora ha trovato i numeri di una maggioranza
eterogenea e raccogliticcia a suon di poltrone, sul piano
politico la crisi si è aperta già con la firma dell'accordo del
disonore del 2014, con cui Pigliaru ha fatto perdere alla
Sardegna 2 miliardi di euro, rinunciando ai ricorsi e ai soldi
dovuti dallo Stato". Cappellacci elenca un susseguirsi di
"fallimenti": "Lo smantellamento della continuità aerea,
l'accordo con la Tirrenia, la legge 'del disordine' degli Enti
Locali, la riesumazione del Ppr ormai rinnegato perfino da Soru,
il rallentamento del piano per l'edilizia scolastica già varato
da noi, la Finanziaria illegittima, lo sfascio della Sanità con
i super-stipendi per i manager e i disservizi per i cittadini".
Neppure "la batosta del referendum - aggiunge l'esponente di
Fi - ha stimolato un minimo di autocritica nel 'rettorato
magico' della Giunta regionale". Poi ritorna sulle dimissioni di
Maninchedda: "Rileviamo che soltanto ora qualcuno si accorge del
disastro e che le prime scialuppe lasciano una barca ormai priva
di qualcuno che tenga il timone". E allora, conclude
Cappellacci, "si vada subito al voto per restituire alla
Sardegna una guida che azzeri l'Irap, che riprenda la bandiera
della zona franca, che dia battaglia sui trasporti aerei e
marittimi, che si faccia restituire dallo Stato il maltolto e
che metta al centro della propria azione politica non le fumose
teorie, ma i due pilastri della nostra comunità: la famiglia e
l'impresa".
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