di Roberto Murgia
Prese in giro, esclusioni dal gruppo, offese e insulti, piccoli furti, minacce e calunnie: sono le prepotenze "preferite" dai bulli di quattro scuole cagliaritane prese a campione. E cioè: il Liceo Classico Siotto Pintor, la Scuola media Alfieri (con il Conservatorio), l'Istituto Tecnico Economico Martini, il Liceo delle Scienze Umane e linguistico De Sanctis. In genere le azioni vengono compiute in terza media, mentre il fenomeno diminuisce notevolmente in prima superiore per poi riprendere vigore in seconda.
Secondo i valori assoluti le femmine, più dei maschi, dichiarano di essere state vittime ma anche autrici di bullismo, considerando i valori in percentuale le parti si invertono. In genere non agiscono da soli ma in gruppo, e sono tanti i giovanissimi che non intervengono quando assistono ad atti di prepotenza. E' l'identikit del bullo cagliaritano che emerge da un'indagine conoscitiva promossa dalla sezione di Cagliari della Fidapa attraverso la somministrazione di un questionario costituito da 40 domande. Il campione comprendeva 436 studenti tra maschi e femmine e l'analisi dei dati ha messo in evidenza l'esistenza di tutte le forme di bullismo (le prime tre: prese in giro al 49,5%, esclusioni dal gruppo al 28%, offese e insulti al 25%). Il 40,6% di chi dichiara di non intervenire lo fa per "paura di andarci di mezzo".
I luoghi del bullismo: il 65,9% ammette dichiara di agire all'interno della scuola, il 30,8% nel tragitto da casa a scuola e il 9,8% all'uscita dalla scuola. I risultati sono stati presentati oggi nell'Aula Magna del Siotto dalla pedagogista e criminologa che ha elaborato i dati, Lisa Sole, da Antonello Melis, psicologo e psicoterapeuta, e Roberto Manca, ispettore superiore della Polizia di Stato.
Nel corso del suo intervento la criminologa, dopo una rapida illustrazione dei numeri, si è spostata in mezzo all'Aula Magna gremita, tra i ragazzi. "Voglio raccontarvi la storia di una ragazzina che per i tre anni della scuola media, tutti i giorni, ha subito la prepotenza di due bulli aggressivi", ha detto. La bambina non poteva parlare, in caso contrario andava incontro a insulti e offese, l'unico modo per sfuggire ai bulli era tacere, per questo era giudicata dagli insegnanti come persona poco socievole. "Uno dei due bulli attualmente sconta una condanna per tentato omicidio. E la studentessa - ha chiesto Lisa Sole ai ragazzi del Siotto - secondo voi che fine ha fatto? Quella ragazzina ero io", ha detto.
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