Il ricorso sindacale che verrà trattato in udienza nel tribunale di Tempio Pausania è stato "promosso dall'Usb su una presunta condotta antisindacale dell'azienda che avrebbe stipulato gli accordi sindacali per la ristrutturazione aziendale nonostante il parere contrario della stessa sigla sindacale", ha tenuto a precisare la compagnia Meridiana.
La società ha ricordato, inoltre, che "la compagnia ha dichiarato di essere in crisi fin dal 2011, anno al quale risale l'apertura della procedura di mobilità. Il modello di business che per oltre 50 anni ha consentito di crescere si è rivelato non più sostenibile ormai da 10 anni e ha prodotto ingenti perdite. Per tale ragione l'azienda ha avviato fin dal 2011 un percorso di ristrutturazione che ha condiviso con tutte le organizzazioni sindacali, Usb compresa. Nonostante ciò, la Unione sindacale di base ha ritenuto liberamente di non firmare l'accordo quadro del 26 giugno 2016". Accordo condiviso da sei sindacati nazionali. "L'intesa era propedeutica alla partnership con Qatar Airways individuata dal Mise e condivisa dall'azionista di Meridiana e da sei sigle sindacali nazionali (Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Anpac e Anpav), che hanno consentito - ha precisato la società - di dare una prospettiva industriale all'azienda, ponendo le loro firme sull'accordo".
"La priorità della compagnia - ha sottolineato Meridiana - è di tornare ad operare in equilibrio economico, circostanza che non si verifica dal 2008, nonché condizione fondamentale per dare un futuro ai lavoratori del gruppo, circa 1.400 persone che, grazie al piano di partnership, potrebbero finalmente cessare di vivere nell'incertezza".
Le "magliette rosse" di Meridiana hanno annunciato, dal canto loro, di essere pronte a scendere di nuovo in piazza in occasione della prima udienza per il ricorso collettivo contro i 400 licenziamenti disposti dalla compagnia aerea circa un anno fa.
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