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Soru assolto da evasione fiscale

Soru assolto da evasione fiscale

Cagliari, patron Tiscali condannato a 3 anni in primo grado

CAGLIARI, 08 maggio 2017, 19:22

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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E' una sentenza che non lascia margine ai dubbi. Sia perché rispecchia fedelmente la richiesta d'assoluzione del sostituto procuratore generale Giancarlo Moi, che un mese fa aveva demolito da cima a fondo le motivazioni della condanna di primo grado a tre anni per evasione fiscale che era costata all'imputato la segreteria regionale del Partito Democratico. Sia perché i giudici della Corte d'Appello di Cagliari, presieduta da Claudio Gatti (con a latere Giovanni Lavena e Claudia Belelli), non hanno impiegato neanche mezz'ora a riformare totalmente la prima sentenza di un anno fa, facendo cadere tutte le accuse nei confronti del Patron di Tiscali ed europarlamentare dem Renato Soru (Pd).

Era accusato di aver evaso 2 milioni e 600 mila euro di interessi nell'ambito di un prestito che aveva concesso a Tiscali, la società da lui fondata. All'indomani della prima condanna, oggi annullata, l'ex governatore si era dimesso dalla guida del Pd, ma l'opposizione - e in prima linea il Movimento 5 stelle - avevano chiesto a gran voce che lasciasse anche il posto al Parlamento Europeo. Oggi le reazioni del partito sono tutte a favore di Soru. E le riassume in un tweet Matteo Renzi: "Le sentenze le scrivono i giudici, non il blog. Renato Soru è innocente, chi lo ha insultato chieda scusa o rinunci a immunità".

Visibilmente emozionato, l'ex presidente della Regione ha ascoltato in silenzio la lettura della sentenza, abbracciando poi le figlie e i familiari che l'avevano accompagnato e hanno fatto esplodere un fragoroso applauso. "Questa sentenza ricostruisce i fatti con oggettività e senza pregiudizi, domani è un altro giorno", queste le uniche parole pronunciate da Soru dopo il verdetto. Per lui l'incubo era iniziato con un servizio di Anno Zero, la trasmissione di Michele Santoro che si era occupata degli imprenditori italiani con società all'estero. A seguito di accertamenti dell'Agenzia delle Entrate era emerso che Soru non aveva versato una parte delle tasse per gli interessi incassati su un prestito di oltre 27 milioni di euro concesso nel 2004 dalla società inglese Andalas ldt (sempre di Soru) a Tiscali Finance.

In realtà, grazie ad un accordo con il fisco, l'europarlamentare ha pagato tra sanzioni e more oltre 7 milioni di euro, chiudendo così il contenzioso tributario. Seguendo il solco tracciato dal sostituto procuratore generale, che un mese fa nella sua requisitoria aveva pesantemente contestato la sentenza del giudice Sandra Lepore, i difensori Ennio Amodio e Fabio Pili hanno spiegato perché, pur essendoci stata un'evasione, questa fosse legata a errori di Soru e non ad una volontà di frodare il fisco.

"Attendendo qualche giorno - spiega l'avvocato Pili - Soru avrebbe usufruito della rottamazione del debito, pagando milioni di euro in meno rispetto a quanto versato". Non solo. Era stato lo stesso fondatore di Tiscali a dire alla Consob, ma anche all'Agenzia delle Entrate, che la società Andalas era sua e conteneva risparmi di operazioni fatte all'estero negli anni Novanta.

"Non ho mai voluto sottrarre soldi al fisco - aveva detto Soru nelle dichiarazioni spontanee nel corso del primo processo - ero così tranquillo che non ho nemmeno usufruito dello scudo fiscale, che mi avrebbe consentito di risolvere in poco tempo e con molto meno denaro questa situazione. Ho fatto le cose senza cercare vantaggi fiscali, dimostrando di non mettere il denaro al primo posto. Ma questa vicenda si è trasformata in un incubo".

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