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Is Mirrionis, caso letterario in Toscana

Is Mirrionis, caso letterario in Toscana

L'autore, Granchi, è cresciuto nel rione cagliaritano

CAGLIARI, 22 aprile 2017, 12:32

Redazione ANSA

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Quasi un caso letterario in Toscana, con quaranta presentazioni e oltre mille libri venduti.
    Con una storia ambientata a Cagliari, a Is Mirrionis: è "Occhi di sale", romanzo scritto da Massimo Granchi e edito da Palabanda Edizioni.
    Il motivo del successo extra cagliaritano? Forse il fatto che ogni città, anche oltre Tirreno, ha la sua Is Mirrionis: rione un tempo di periferia a cavallo tra difficoltà e nuove prospettive. Un libro che nasce da un'esperienza di vita reale.
    "Sono nato nel quartiere di Is Mirrionis nel 1974, dove ho vissuto per undici anni - ha raccontato Granchi, nato appunto a Cagliari ma da anni residente in Toscana, nel corso di un convegno nel cuore del quartiere (presente anche l'assessore comunale delle Politiche sociali Ferdinando Secchi) - Ho dei bei ricordi di quel periodo: accanto alla mia casa c'era un giardino che dava la sensazione di vivere in campagna, tra il verde e i fiori. E vicino c'era il colle San Michele, raggiungibile a piedi, così come la scuola e i negozi. Noi bambini eravamo numerosi, liberi di giocare in strada e correre con la nostra bicicletta in piazza San Michele".
    Ma non sono mancate le difficoltà. "Ricevevo minacce da parte di altri bambini - continua l'autore del libro - e in alcuni casi si arrivava allo scontro: un modo primordiale di affermarsi, di essere riconosciuti dai propri pari, di ottenere rispetto.
    "Occhi di sale" racconta molto di quel vissuto e del quartiere. "Ogni volta che torno a Is Mirrionis, è una riscoperta e un motivo di commozione". Sport e cultura contro la dispersione scolastica a Is Mirrionis, con progetti mirati e il coinvolgimento delle scuole. È questo l'obiettivo del Comune di Cagliari emerso durante la presentazione del libro. "La dispersione scolastica è il primo elemento che porta i cittadini a chiedere aiuto al Comune - ha spiegato Secchi - perché chi non studia ha più difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro. Per contrastare questo fenomeno stiamo pensando di attivare dei progetti che prevedono il recupero dei ragazzi, ma anche di puntare sullo sport, attrezzando aree prima degradate con attrezzi ginnici e realizzando nuovi impianti sportivi".
   

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