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Osservatorio Cagliari, ferro tra stelle

Osservatorio Cagliari, ferro tra stelle

Relitto archeologico sopravvissuto ad esplosioni supernova

CAGLIARI, 29 marzo 2017, 21:04

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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C'è una "miniera di ferro" tra le stelle. La scoperta arriva da un team dell'Osservatorio astronomico di Cagliari, guidato da Alberto Pellizzoni e composto dalle astrofisiche Elise Egron dell'Inaf e Maria Noemi Iacolina (ora in forze all'Asi), entrambe impegnate nello sviluppo e operazioni del Sardinia Radio Telescope. La presenza del metallo è stata rilevata osservando lo scambio di energia della pulsar doppia denominata Psr J0737-3039.

Sarebbe una sorta di 'relitto archeologico': materiale sopravvissuto - questa l'ipotesi più accreditata - a due esplosioni di supernova che tra 50 e 200 milioni di anni fa hanno posto fine alla vita delle stelle progenitrici delle due pulsar.

Grazie al monitoraggio eseguito tramite lunghe osservazioni nel corso degli anni con il satellite Xmm-Newton, si è compreso come la pulsar più brillante riesca ad attivare l'emissione X della pulsar compagna più lenta e "pigra", anche quando questa non è più osservabile in banda radio: è scomparsa, infatti, alla vista dei radiotelescopi nel 2008. Sembra esserci un vero e proprio trasferimento di energia da una pulsar all'altra.

Ma le analisi hanno detto che c'è dell'altro: una riga di emissione del ferro a 6-7 keV (kilo-elettronvolt, unità di misura dell'energia che moltiplica mille volt per la carica degli elettroni). Questa emissione, associata alla presenza di ferro, è tipica dei sistemi binari con stelle di neutroni o buchi neri che accrescono materia da una compagna, ma era un processo - dicono gli esperti - finora sconosciuto nelle pulsar isolate o binarie.

"Senza le idee e il paziente, lungo e minuzioso lavoro di queste ricercatrici - dice Pellizzoni - sarebbe stato difficile portare a termine il nostro progetto osservativo nella banda X, che ha richiesto tra le altre cose l'adozione di tecniche di analisi innovative che combinano analisi spettrale e imaging, per poter confermare l'effettiva presenza della riga del ferro".
   

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