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Manovra: tiepido il Campo progressista

Manovra: tiepido il Campo progressista

Agus-Busia presentano 96 emendamenti, ultima chiamata ad alleati

CAGLIARI, 27 marzo 2017, 20:51

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il Campo progressista tende l'ultima mano al centrosinistra che governa la Regione con 96 emendamenti alla legge Finanziaria 2017: se nessuna di queste proposte di modifica verrà approvata non è così scontato il voto favorevole dei due consiglieri, Anna Maria Busia e Francesco Agus, alla Manovra da 7,6 miliardi di euro.

Non si tratta di una presa di distanza dalla coalizione né di un passaggio tout court all'opposizione, "ma non vogliamo neppure dire che va tutto bene - spiega Agus - Su alcuni temi il semplice mettere in discussione alcuni risultati, come nel caso dell'accordo Paci-Padoan, puzza di lesa maestà e diventa argomento tabù. Invece bisogna capire cosa ha funzionato e cosa no. La Finanziaria, in questo senso, non è un semplice esercizio di divisione delle risorse.

Capiamo la fretta ma non siamo disponibili ad abdicare al ruolo del Consiglio sulla discussione di alcuni temi, anche perchè questo è il terzo anno di sacrificio e ci chiediamo quando sarà l'anno del raccolto che tende a non arrivare mai. Di sicuro non è questo".

Tra questi temi, il Campo progressista inserisce quello delle servitù militari con l'idea di una nuova intesa con lo Stato - unico emendamento approvato in commissione Bilancio - la dismissione dell'Insar, lo stop ai compensi più alti per gli avvocati della Regione, ma anche lo sblocco di 10 milioni del Fondo unico per salvare il Comune di Nuoro dal default. "Magari l'Insar fosse solo un inutile doppione, ma la Spa partecipata dalla Regione crea un danno economico costante - denuncia Anna Maria Busia - è nata per occuparsi di politiche del lavoro, ma concentra la sua attività in bandi per la ricerca di consulenti: è tutto sul sito.

Serve una seria revisione della spesa che in tre anni non si è vista e ora gli avvocati della Regione verranno pagati di più di quelli di altre realtà. Decidiamo di essere autonomi in senso negativo, ma sono fiduciosa che qualcosa possa cambiare in questa Finanziaria".

SODDU, 10MLN A NUORO DA FONDO UNICO? NO GRAZIE - "Grazie, ma No grazie". Il sindaco di Nuoro, Andrea Soddu, ringrazia i consiglieri regionali del Campo Progressista, che attraverso un emendamento alla legge finanziaria puntano a sbloccare 10 milioni di euro sul Fondo unico degli enti locali per dare ossigeno alle casse del capoluogo barbaricino.

"E' un gesto sicuramente apprezzabile, tuttavia - spiega il primo cittadino, che è anche presidente del Consiglio delle Autonomie locali - non sono assolutamente d'accordo ad utilizzare per questo scopo le risorse del Fondo destinato a tutti gli enti locali. Sono tanti i Comuni che vivono una difficile situazione finanziaria ed occorre dunque una decisa azione di sistema che consenta a tutte le amministrazioni, in egual modo, di potersi risollevare.

Si tratta di una priorità di carattere generale - argomenta Soddu - non è possibile garantire democrazia e pace sociale se gli enti locali, specialmente dopo l'avvento dei cosiddetti principi contabili, vengono sempre abbandonati ai limiti del dissesto e nell'impossibilità di far fronte anche a semplici impegni finanziari. Con tutto il Consiglio regionale, le autonomie locali vogliono iniziare una battaglia di altissimo profilo per la vita democratica del Paese".

Nel frattempo anche l'opposizione prova a dare una mano al Comune di Nuoro con un emendamento alla Manovra da 15 milioni di euro. Secondo i tre firmatari della proposta di modifica, il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, l'ex assessore al Turismo Luigi Crisponi (Riformatori) e il capogruppo del Psd'Az Angelo Carta, a Nuoro c'è "una situazione grave con cifre di un ente ormai prossimo al dissesto, o giù di lì.

Il conto del Comune registra un saldo negativo che mette in allarme lo stato di salute contabile. Serve quindi uno sforzo comune delle forze politiche in Consiglio regionale - sottolineano Pittalis, Crisponi e Carta - per salvare 'l'Atene sarda' dal crac e far fronte ad una situazione che rischia di precipitare".

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