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Casa riposo-lager: mio padre abbandonato

Casa riposo-lager: mio padre abbandonato

Nuova udienza a Nuoro, parenti e operatori confermano accuse

NUORO, 28 febbraio 2017, 17:44

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Mio padre, ospite della casa di riposo per alcuni mesi nell'estate 2013, si lamentava in continuazione, aveva il catetere e non beveva abbastanza, era molto sporco, maltrattato e abbandonato". A parlare sul banco dei testimoni nel processo a Nuoro sulla casa di riposo-lager di via Aosta, è Angelina Granara, figlia di Nicola, un anziano morto per disidratazione nell'agosto 2013 mentre era ospite della struttura "Residenza famiglia".

Gli imputati sono Rosanna Serra e Gianluigi Masala rispettivamente direttrice e presidente della casa di riposo. A entrambi vengono contestati i reati di abbandono di incapace, somministrazione di farmaci scaduti e omicidio colposo. Quattro i testi chiamati a deporre dal Pm Giorgio Bocciarelli: oltre a Granara, è stata sentita Maria Grazia Errica, figlia di un'altra anziana ospite, Angelo Ambrosio, ingegnere dei Vigili del fuoco di Nuoro che ha effettuato un sopralluogo nella struttura nel 2015, e Gesuina Vilia, operatrice socio sanitaria.

Quest'ultima, in particolare, ha raccontato una serie di episodi che gettano più di un'ombra sulla gestione interna. "C'era un gruppo di fedelissimi della direttrice che impartiva le direttive a tutti - ha ricostruito Vilia, che ha lavorato nella Residenza famiglia nel 2013 - Mi è capitato di vedere qualcuno di loro intervenire in maniera violenta per convincere un anziano che si rifiutava di farsi fare la doccia, l'uomo è poi deceduto.

Per il resto ricordo che i pasti erano insufficienti e una parte veniva portato via dal personale di fiducia della direttrice. Noi operatori ci dovevamo anche portare da casa l'occorrente per l'igiene degli ospiti". "Il sistema antincendio non era a norma - ha rivelato il vigile del fuoco - e le uscite di emergenza bloccate da divani". Prossima udienza il 28 marzo.

L'inchiesta è stata avviata dopo il suicidio di un'anziana ed è culminata con il sequestro della struttura nel luglio 2015. Una seconda tranche nasce, invece, dal video-choc ricavato dalle telecamere posizionate dalla Questura di Nuoro nella casa di riposo, filmato che ha portato all'arresto della direttrice e di due infermieri e all'obbligo di dimora per altri tre operatori.
      

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