Si torna in aula, dopo due
anni di stop, per il processo sui cosidetti 'veleni' di Quirra,
che vede alla sbarra, davanti al giudice monocratico di Lanusei,
Nicola Serra, otto ex comandanti del Poligono di Perdasdefogu
dal 2004 al 2010: Fabio Molteni, Alessio Cecchetti, Roberto
Quattrociocchi, Valter Mauloni e Carlo Landi e Paolo Ricci; e i
comandanti del distaccamento dell'Aeronautica di Capo San
Lorenzo, Gianfranco Fois e Francesco Fulvio Ragazzon. Per tutti
l'accusa è di omissione aggravata di cautele contro infortuni e
disastri, perché non avrebbero recintato e interdetto al
pubblico le zone militari, dove ci sarebbero state sostanze
nocive come l'uranio impoverito, che avrebbero pregiudicato la
salute dell'uomo e degli animali.
Il processo era fermo dal dicembre 2014, quando la Regione
Sardegna aveva sollevato presso la Corte Costituzionale la
questione di legittimità dell'art. 311 del Testo unico
ambientale che dispone che il risarcimento danni venga chiesto
solo dallo Stato. Il responso della Consulta, arrivato nel
giugno scorso, ha riconosciuto la legittimità, stabilendo che il
dibattimento si poteva riaprire ribadendo che lo Stato è l'unico
titolato a ottenere il ristoro dei danni.
Oggi alla ripresa, un pool di avvocati difensori - Francesco
Caput, Leonardo Filippi e Andrea Chelo - hanno formalizzato la
richiesta di citazione come responsabili civili dei Comuni che
hanno autorizzato gli allevatori a pascolare all'interno delle
aree del poligono. Una richiesta che ha trovato la ferma
opposizione delle parti civili. "Faccio presente che l'unico
responsabile civile, che doveva essere anche imputato, è il
ministero della Difesa - ha sottolineato l'avvocato Gianfranco
Sollai, che rappresenta gli interessi di alcuni allevatori e
famiglie danneggiate - in quanto datore di lavoro degli
imputati. I Comuni in questa vicenda non hanno alcuna
responsabilità né diretta né indiretta". L'istanza dei difensori
è stata rigettata dal Pm Biagio Mazzeo, secondo il quale la
questione è "irrilevante e manifestamente infondata". Il giudice
si è riservato di decidere nella prossima udienza fissata per il
16 novembre.
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