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Veleni Quirra: allevatori in rivolta

Veleni Quirra: allevatori in rivolta

Presidio tribunale Lanusei a ripresa processo vertici poligono

NUORO, 11 novembre 2016, 19:21

Redazione ANSA

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Veleni Quirra: riprende processo a Lanusei - RIPRODUZIONE RISERVATA

Veleni Quirra: riprende processo a Lanusei - RIPRODUZIONE RISERVATA
Veleni Quirra: riprende processo a Lanusei - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Vogliamo sapere il motivo per cui a oggi, dopo cinque anni, siamo ancora fuori dai nostri terreni, e avere gli indennizzi che ci spettano". Così gli allevatori, proprietari delle terre che si trovano nel vasto raggio del poligono militare di Perdasdefogu, in presidio con i rappresentanti della Coldiretti davanti al tribunale di Lanusei, in occasione della riapertura del processo per i cosiddetti "veleni di Quirra", bloccato per due anni in attesa della sentenza della Corte Costituzionale, arrivata nel giugno scorso, che ha riconosciuto lo Stato come unico titolare dei risarcimenti danni.

"Oggi riparte il processo che vede imputati alcuni generali del poligono di Quirra. Come associazione - spiega il direttore della Coldiretti Nuoro Ogliastra Alessandro Serra - ci siamo costituiti parte civile, ma oggi siamo qui per salvaguardare i diritti di tutti i lavoratori che sono stati cacciati ingiustamente da un'area molto vasta del poligono. Circa 80 persone, con altrettante famiglie a carico, si sono dovute reinventare un lavoro o spostarsi in zone molto lontane. Diciamo da sempre che sarebbe stato sufficiente perimetrare alcune aree marginali di un territorio ampio, iniziare le bonifiche e lasciare gli allevatori nelle zone vicine. Allevatori che invece hanno subito danni economici gravi, ora vogliamo si accerti la verità per chiedere gli indennizzi".

"Cinque anni fa avevo 470 capre - racconta Costantino Carta, allevatore di Perdasdefogu - poi l'azienda a cui versavo il latte non ha più voluto il mio prodotto e visto che i miei terreni erano tutti nell'area del poligono, mi hanno mandato via. Ho dovuto vendere quasi tutto, ho tenuto solo un piccolo gregge di pecore per la sopravvivenza. Mi hanno rovinato. Da questo processo noi che abbiamo perso tutto ci aspettiamo di sapere chi sono i responsabili del disastro".

PROCESSO RIPRENDE DOPO STOP DI DUE ANNI - Si torna in aula, dopo due anni di stop, per il processo sui cosidetti 'veleni' di Quirra, che vede alla sbarra, davanti al giudice monocratico di Lanusei, Nicole Serra, otto ex comandanti del Poligono di Perdasdefogu dal 2004 al 2010: Fabio Molteni, Alessio Cecchetti, Roberto Quattrociocchi, Valter Mauloni e Carlo Landi e Paolo Ricci; e i comandanti del distaccamento dell'Aeronautica di Capo San Lorenzo, Gianfranco Fois e Francesco Fulvio Ragazzon. Per tutti l'accusa è di omissione aggravata di cautele contro infortuni e disastri, perché non avrebbero recintato e interdetto al pubblico le zone militari, dove ci sarebbero state sostanze nocive come l'uranio impoverito, che avrebbero pregiudicato la salute dell'uomo e degli animali.

Il processo era fermo dal dicembre 2014, quando la Regione Sardegna aveva sollevato presso la Corte Costituzionale la questione di legittimità dell'art. 311 del Testo unico ambientale che dispone che il risarcimento danni venga chiesto solo dallo Stato. Il responso della Consulta, arrivato nel giugno scorso, ha riconosciuto la legittimità, stabilendo che il dibattimento si poteva riaprire ribadendo che lo Stato è l'unico titolato a ottenere il ristoro dei danni.

Oggi alla ripresa, un pool di avvocati difensori - Francesco Caput, Leonardo Filippi e Andrea Chelo - hanno formalizzato la richiesta di citazione come responsabili civili dei Comuni che hanno autorizzato gli allevatori a pascolare all'interno delle aree del poligono. Una richiesta che ha trovato la ferma opposizione delle parti civili.

"Faccio presente che l'unico responsabile civile, che doveva essere anche imputato, è il ministero della Difesa - ha sottolineato l'avvocato Gianfranco Sollai, che rappresenta gli interessi di alcuni allevatori e famiglie danneggiate - in quanto datore di lavoro degli imputati. I Comuni in questa vicenda non hanno alcuna responsabilità né diretta né indiretta". L'istanza dei difensori è stata rigettata dal Pm Biagio Mazzeo, secondo il quale la questione è "irrilevante e manifestamente infondata". Il giudice si è riservato di decidere nella prossima udienza fissata per il 16 novembre.

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