La casa di Ghilarza, dove Antonio Gramsci visse dal 1898 gli anni dell'infanzia e dell'adolescenza con i suoi familiari, diventa "monumento nazionale": il Senato approva con 161 sì, 27 no e 31 astenuti il provvedimento, che attribuisce lo status di monumento ad un edificio visitato, sottolinea Luciano Uras (Misto), da "migliaia di persone ogni anno", sinora gestito "da un gruppo di volontari eroi" praticamente senza i fondi necessari.
Contro il ddl, già approvato dalla Camera, hanno votato no i senatori del M5S, mentre Maurizio Sacconi (Ap-Ncd) si è astenuto spiegando, tra l'altro, che "su Gramsci e sulla sinistra italiana ancora non c'è una memoria condivisa". Secondo Uras, "ora scattano delle responsabilità non solo per tenerla in piedi, ma anche per tenerla aperta". Con il via libera a questo ddl, almeno, si aiuta a "preservare la memoria" di quello che anche Emilio Floris (Fi) ha definito "uno dei più grandi pensatori del XX secolo".
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