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Giovani uccisi: arrestato zio indagati

Giovani uccisi: arrestato zio indagati

Ai domiciliari per aver intimidito teste-chiave dell'inchiesta

NUORO, 25 ottobre 2016, 17:17

Redazione ANSA

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Francesco Pinna ai domiciliari per intimidazione teste omicidi Monni-Masala - RIPRODUZIONE RISERVATA

Francesco Pinna ai domiciliari per intimidazione teste omicidi Monni-Masala - RIPRODUZIONE RISERVATA
Francesco Pinna ai domiciliari per intimidazione teste omicidi Monni-Masala - RIPRODUZIONE RISERVATA

Aveva minacciato di morte Alessandro Taras, 40 anni di Ozieri, indagato per favoreggiamento nell'inchiesta per gli omicidi di Gianluca Monni e Stefano Masala - lo studente di Orune di 19 anni e il 29enne di Nule uccisi tra il 7 e l'8 maggio del 2015 - se avesse reso dichiarazioni sfavorevoli ai nipoti nell'incidente probatorio del 13 giugno scorso. E' finito così agli arresti domiciliari Francesco Pinna, 58 anni, di Nule, zio del 18enne Paolo Enrico Pinna e di Alberto Cubeddu, 21 anni di Ozieri, i due cugini sotto inchiesta come presunti autori dei due delitti.

Il provvedimento è stato disposto dal Gip del tribunale di Nuoro Mauro Pusceddu, titolare dell'inchiesta, ed è stato eseguito all'alba dai carabinieri del comando provinciale del capoluogo barbaricino in collaborazione con i colleghi di Bono e Ozieri. "Dì a tuo fratello di stare attento a quello che dice", avrebbe detto Pinna a Matteo Taras, fratello di Alessandro, testimone chiave nelle indagini, la notte prima dell'incidente probatorio. Già indagato per il reato di induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all'autorità giudiziaria, l'uomo è da oggi agli arresti nella sua abitazione a Nule.

Alessandro Taras aveva raccontato ai carabinieri, nell'aprile 2016, di aver assistito il 9 maggio 2015 all'incendio dell'auto di Masala nelle campagne di Pattada da parte di Alberto Cubeddu. Nonostante le minacce, ha confermato tutto nel corso degli incidenti probatori svoltisi nel tribunale dei minori di Sassari e nel tribunale di Nuoro.

Il teste ha ribadito che due giorni dopo la sparizione di Masala e all'indomani dell'omicidio di Gianluca Monni, Alberto Cubeddu lo aveva chiamato per accompagnarlo a bruciare una macchina, in piena notte, nelle campagne di Pattada. La stessa auto, secondo l'accusa, sottratta al giovane di Nule prima che venisse ucciso e poi utilizzata per l'omicidio dello studente di Orune.
   

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