La Conferenza episcopale sarda ha
approvato l'inizio dell'iter di beatificazione di don Antonio
Loi. Può così iniziare il processo canonico diocesano per il
sacerdote originario di Decimoputzu morto nel 1965.
Lo ha stabilito la Conferenza episcopale sarda, su proposta
dell'arcivescovo di Cagliari, monsignor Arrigo Miglio, nel corso
dell'ultima assemblea, svoltasi il 17 e 18 ottobre.
Promotore della causa è il Seminario regionale sardo, di cui
don Loi fu alunno nella seconda metà degli anni '50. L'iter è
affidato al Tribunale ecclesiastico di Cagliari, presieduto da
don Luca Venturelli, ed il ruolo di postulatore per la fase
diocesana sarà ricoperto da don Fabrizio Deidda. "Che io sia, o
Gesù, sacerdote secondo il tuo Cuore", l'aveva scritto don Loi,
ancora giovanissimo, fra i suoi appunti. Poche parole, ma forti
e significative, che avrebbero segnato la sua vita.
Antonio Loi nacque a Decimoputzu il 6 dicembre 1936. Ancora
alle elementari espresse la sua vocazione di diventare
sacerdote.
A 13 anni entrò nel Seminario di Iglesias e nel 1954 in
quello regionale di Cuglieri. Sette anni dopo ebbe inizio il suo
calvario. Operato alle tonsille e più volte ricoverato, solo due
anni più tardi gli fu diagnosticato il male che lo affliggeva:
linfogranuloma maligno, incurabile, mortale. Antonio si affidò
completamente a Dio e il suo desiderio più grande, nonostante le
difficoltà nel proseguire gli studi, rimase il diventare
sacerdote. Il suo vescovo inoltrò la richiesta a Roma per la
dispensa e la risposta di Paolo VI arrivò a breve: il 21
settembre 1963 Antonio Loi divenne sacerdote. La sua missione,
tra continue sofferenze e ricoveri, durarono 20 mesi. Arrivò a
celebrare messa stando seduto sul letto. Morì il 29 maggio 1965,
distrutto dal tumore, a 28 anni.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA