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Cagliari, notte a bordo per 900 profughi

Cagliari, notte a bordo per 900 profughi

Su 1.258 ieri identificati 350, oggi ripreso lo sbarco

CAGLIARI, 08 ottobre 2016, 11:05

Redazione ANSA

ANSACheck

Comuni: Monastir, sindaca Luisa Murru - RIPRODUZIONE RISERVATA

Comuni: Monastir, sindaca Luisa Murru - RIPRODUZIONE RISERVATA
Comuni: Monastir, sindaca Luisa Murru - RIPRODUZIONE RISERVATA

Procede in maniera spedita lo sbarco dei migranti arrivati a Cagliari a bordo della nave spagnola Rio Segura. Dei 1.258 profughi ieri hanno lasciato il molo Ichnusa in 350, oggi altri stanno raggiungendo i vari centri di accoglienza distribuiti nell'Isola.

Sulla nave ci sono ancora 457 persone, di cui cento sono minori, dato confermato dall'assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, presente anche oggi in porto. Secondo una prima stima fatta dalla prefettura entro oggi tutti i profughi saranno sbarcati dalla Rio Segura. Con buona probabilità le operazioni di identificazione non saranno, però, ultimate e circa 300 migranti rimarranno a dormire all'interno del Terminal crociere, assistiti da Caritas, Protezione civile e altri enti.

Le operazioni di identificazione sono condotte da una ventina di agenti della Polizia scientifica non solo di Cagliari, ma anche di Nuoro, Sassari, Oristano e Roma. La prefettura sta lavorando intensamente per individuare i 150 posti ancora mancati per ospitare tutti i profughi.

MOBILITAZIONE A MONASTIR, NO AL CENTRO IN EX SCUOLA - L'ipotesi di trasformare l'ex scuola di Polizia penitenziaria di Monastir, comune alle porte di Cagliari, in un centro di accoglienza per migranti non va giù ai cittadini ma nemmeno alla sindaca Luisa Murru. L'utilizzo dell'edificio per l'ospitalità dei profughi è tornato di attualità dopo l'ultimo mega sbarco: 1.258 persone soccorse nei giorni scorsi al largo delle coste libiche, sono infatti approdate a Cagliari.

Ma nell'Isola è piena emergenza per la carenza di posti: all'appello attualmente ne mancano 150. Domani Monastir si prepara a dire No alla trasformazione dell'ex scuola penitenziaria con un sit-in davanti all'istituto dalle 9 alle 12.

"Il Comune non viene tenuto assolutamente in considerazione, nessuno ci ha informato di nulla - tuona la sindaca raggiunta per telefono dall'ANSA - Non sappiamo se arriveranno i migranti né quanti saranno. Il razzismo qui non c'entra affatto. Il problema vero è che non sono stati avviati i percorsi di inclusione, di integrazione e di istruzione".

Ma non basta. "Ci sono problemi strutturali - sottolinea anche la Murru - L'edificio non può ospitare molte persone. L'apparato fognario non è stato adeguato, così come l'apporto idrico, mancano anche le caldaie. Mi domando: i migranti si laveranno con l'acqua fredda? Dobbiamo rispettare la dignità delle persone, così facendo non si fa nulla di buono per loro".

Dello stesso avviso il Comitato cittadino contro l'apertura del Cpsa nella ex scuola, gruppo nato su Facebook nel 2014 per evitare la chiusura e che adesso si batte per impedirne la trasformazione. "Non abbiamo mai avuto dalla Prefettura di Cagliari una comunicazione ufficiale sulla trasformazione della scuola", ribadisce la portavoce del Comitato Alessandra Sedda .

"Intanto, però - denuncia - sappiamo che all'interno stanno lavorando sull'impianto elettrico e su altro per preparare la struttura ad accogliere i migranti. La nostra unica paura - dice - è che la situazione igienico-sanitaria non sia all'altezza rispetto al grande numero di ospiti previsto".

PIGLIARU SCRIVE AD ALFANO, RISPETTARE QUOTA ASSEGNATA - "Non si discutono il dovere di contribuire all'azione di salvataggio di vite umane e l'impegno a garantire la più adeguata accoglienza ai migranti che sbarcano in Sardegna, ma deve essere rispettato il limite riposto nell'equa ripartizione fra le regioni, che assegna alla Sardegna la quota del 2,96%". Così il governatore Francesco Pigliaru in una lettera inviata al ministro dell'Interno Angelino Alfano.

"Qualsiasi problematica organizzativa in un'isola ha una doppia valenza in quanto è più difficile sopperire ai problemi con risorse fisiche confinanti o attraverso lo spostamento di persone verso altre regioni", scrive il presidente della Regione, chiedendo di "accelerare l'adozione di provvedimenti che sollevino l'amministrazione regionale (che come noto si sostiene con compartecipazione erariale) da costi impropri sia nell'assistenza in porto che nelle fasi operative dell'accoglienza, specialmente dei minori stranieri non accompagnati".

 

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