"Non volevo farlo, non avevo
intenzione di ucciderlo". Lo ha ripetuto più volte questa
mattina - davanti al gip Ermengarda Ferrarese e al pm Liliana
Ledda durante l'interrogatorio di garanzia - Gianluigi Zuddas,
il falegname di 52 anni accusato di omicidio volontario per aver
freddato con due fucilate il suo vicino di casa, Massimo Setti,
di 39 anni, a Siurgus Donigala. Difeso dagli avvocati Rita
Murgia e Ferruccio Melis, ha risposto per quasi due ore alle
domande, fornendo la sua versione dei fatti, cercando di
spiegare cosa è accaduto la sera del 24 agosto e invocando la
legittima difesa.
I due avevano già avuto in precedenza discussioni legate a
problemi familiari, a litigi tra mogli e figlie. Alle 20 circa,
secondo la versione fornita dal falegname, Massimo Setti si era
presentato a casa sua con la moglie, a quanto pare armato di
bastone. La discussione era iniziata fuori dalla porta ed è
proseguita all'interno, prima di degenerare. Secondo il racconto
di Zuddas, a quel punto è scoppiata una colluttazione e mentre
la vittima e la compagna cercavano di disarmarlo sono partite le
fucilate mortali. "Noi abbiamo invocato la legittima difesa - ha
spiegato l'avvocato Rita Murgia - chiedendo gli arresti
domiciliari". Il Gip si è riservato di decidere. Fondamentali
saranno per la ricostruzione i rilievi effettuati dai
carabinieri della Compagnia di Dolianova, del Comando
provinciale di Cagliari, intervenuti subito dopo il fatto di
sangue, ma anche l'esito delle analisi svolte dal medico legale
Roberto Demontis durante l'autopsia eseguita ieri che, da quanto
si è appreso, ha esaminato dettagliatamente le ferite e la
traiettoria delle fucilate.
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