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Scoperti documenti Inquisizione spagnola

Scoperti documenti Inquisizione spagnola

Ritrovamento nell'Archivio Storico diocesano di Alghero

ALGHERO, 11 novembre 2015, 19:48

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Ben 138 documenti del Tribunale dell'Inquisizione vescovile di Alghero del XVIII secolo, la cui esistenza era finora sconosciuta, sono stati riportati alla luce dalla studiosa Alessandra Derriu nell'ambito dell'attività svolta per conto dell'Archivio storico diocesano di Alghero.

Il lavoro della ricercatrice, che ha interessato più di duemila documenti tra cause criminali, civili e matrimoniali prodotte dai vescovi nel foro ecclesiastico, è consistito nell'inventariazione del Fondo del Tribunale Ecclesiastico (1602-1943) attraverso un progetto finanziato da Cei e Ministero per i beni culturali. Durante l'analisi delle carte, Alessandra Derriu ha fatto l'eccezionale scoperta, il cui rilievo scientifico e storico è inestimabile.

Al di là dell'enorme fascino delle carte ritrovate e delle opportunità di studio e conoscenza che offrono in ambito religioso, giuridico, medico, antropologico, etnografico e sociologico, i documenti riemersi dalla polvere rappresentano una rarità nel panorama degli archivi sardi dell'Inquisizione spagnola, di cui sono sopravvissuti solo quei pochissimi documenti custoditi dall'Archivio di Stato di Cagliari. Dell'Archivio del Sant'Officio di Sassari non è rimasta traccia, perciò le notizie sull'Inquisizione spagnola in Sardegna si trovano quasi interamente nell'Archivo Histórico Nacional di Madrid.

Fino al rinvenimento dei documenti di Alghero, del passaggio dall'inquisizione spagnola a quella episcopale si aveva testimonianza solo dai documenti dell'arcidiocesi di Cagliari e delle diocesi unite di Iglesias-Suelli-Galtellì. "In tempi brevi la documentazione sarà messa a disposizione degli studiosi e degli appassionati, in modo tale che tutti possano disporre di questo importante patrimonio", commentano soddisfatti don Antonio Nughes, direttore dell'Archivio storico diocesano di Alghero, e don Paolo Secchi, direttore dell'Ufficio dei beni culturali diocesani.
   

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