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Benedizione mancata a scuola: preside, da me nessuno stop

Benedizione mancata a scuola: preside, da me nessuno stop

Dirigente Decimoputzu, parroco indisponibile ad alternative

CAGLIARI, 29 aprile 2015, 20:07

Redazione ANSA

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Preside su mancata benedizione a scuola - RIPRODUZIONE RISERVATA

Preside su mancata benedizione a scuola - RIPRODUZIONE RISERVATA
Preside su mancata benedizione a scuola - RIPRODUZIONE RISERVATA

Nessuno stop imposto al parroco della Chiesa Nostra Signora delle Grazie per la benedizione della scuola di Decimoputzu, ma solo un invito "a concordare una data, perchè, in primis, non venissero interrotte le lezioni e lo svolgimento del pubblico servizio e, allo stesso tempo, venisse garantita ad ogni alunno la facoltà di parteciparvi o meno, in virtù della mancanza di qualsivoglia suo preavviso in merito o appuntamento". Così Limbania Rombi, dirigente scolastica dell'Istituto Comprensivo Statale Gramsci di Decimoputzu-Villaspeciosa precisa i fatti avvenuti durante le festività di Pasqua, seguiti da un'accesa polemica.
    La preside ricorda che di fronte al diniego del parroco di concordare una data alternativa, la benedizione è stata fatta "senza alcun problema" all'ingresso della scuola. "Al mio invito - spiega ancora - il parroco non dimostrava disponibilità né comprensione delle motivazioni date, rifiutando ogni possibile alternativa. Alla base della mia decisione, infatti, non vi era alcun intento discriminatorio o lesivo del libero culto di ciascuno - osserva la dirigente scolastica - bensì il rispetto della normativa prevista, tuttora in vigore in materia di diritti delle altre confessioni religiose diverse dalla cattolica, nonché dell'esercizio dell'insegnamento pubblico, del quale sono la garante".
    Limbania Rombi sottolinea che "la strumentalizzazione di questa vicenda ha creato incomprensioni immotivate, ha determinato un ingiustificato clima di tensione che non appartiene alla comunità di Decimoputzu né all'Istituto" e denuncia "reiterate condotte diffamatorie e minacciose" nei suoi confronti "e dell'intera categoria professionale alla quale appartengo, oltre che una strumentalizzazione politica della vicenda che nulla ha a che fare con l'integrazione, la discriminazione religiosa, il rispetto delle istituzioni e la conoscenza della normativa in materia".
   

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