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Terrorismo:cellula Olbia,i 3 non parlano

Terrorismo:cellula Olbia,i 3 non parlano

Nulla interrogati in carcere. Difensore, stato d'animo terribile

TEMPIO PAUSANIA, 28 aprile 2015, 19:29

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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(ANSA)- TEMPIO PAUSANIA, 28 APR - "I miei assistiti si trovano in uno stato d'animo terribile, sono molto preoccupati": così l'avvocato Luca Tamponi al termine degli interrogatori di garanzia nel carcere di Nuchis dei tre pakistani arrestati a Olbia venerdì scorso nel blitz antiterrorismo della Polizia contro una cellula affiliata ad Al Qaida. Tutti e tre si sono avvalsi della facoltà di non rispondere davanti al Gip del tribunale di Cagliari Emengarda Ferrarese, al Pm della Dda del capoluogo sardo che coordina le indagini, Danilo Tronci, e al dirigente della Digos di Sassari Mario Carta.

Neanche una parola, quindi, da parte di Sultan Wali Khan, 39 anni, considerato il capo spirituale dei connazionali residenti nella città gallurese, di Imitias Khan, di 40, e Sidique Muhamad, di 37, per ribattere alle pesante accuse della Procura. Gip e Pm si sono comunque trattenuti in carcere per quattro ore e mezzo. Il difensore, infatti, ha sollevato una serie di questioni procedurali contestando la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza nei confronti dei suoi assistiti e l'inapplicabilità delle esigenze cautelari in carceri perchè i reati, sostiene il legale, sono avvenuti molti anni prima degli arresti. L'accusa, invece, ha fatto leva proprio sui gravi indizi, ma anche sul rischio di fuga, di inquinamento delle prove e di reiterazione del reato per chiedere la permanenza in carcere dei tre. Il Gip si pronuncerà nei prossimi giorni.

A Imitiaz Khan e Sultan Wali Kahn viene contestata la strage al mercato di Peshawar in Pakistan che causò la morte di oltre 100 persone, a Sidique Muhamad il concorso in associazione a delinquere finalizzata alla raccolta di fondi fra le varie comunità islamiche del nord Sardegna per finanziare i terroristi in Pakistan.
   

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