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Truffano Mise per lavori fibra ottica

Truffano Mise per lavori fibra ottica

Operazione Gdf in Sardegna, 4 indagati e sequestrati beni

CAGLIARI, 25 marzo 2015, 17:14

Redazione ANSA

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Sede ministero Mise - RIPRODUZIONE RISERVATA

Sede ministero Mise - RIPRODUZIONE RISERVATA
Sede ministero Mise - RIPRODUZIONE RISERVATA

Quattro persone indagate e 650mila euro in beni e disponibilità finanziarie sequestrate. E' il bilancio dell'operazione, denominata "Pincer", condotta dalla Guardia di finanza di Cagliari che ha consentito di individuare una maxi truffa ai danni del ministero dello Sviluppo economico nell'ambito dell'appalto relativo alla banda larga. Una truffa avvenuta attraverso soldi e regali. Due appartamenti, una lussuosa villa, tre box auto, un magazzino, un appezzamento di terra situati fra Roma e Vasto (Chieti), oltre a risorse finanziarie, per complessivi 650 mila euro, sono i beni sequestrati dai militari delle Fiamme Gialle a dicembre, nel corso dell'operazione ai danni del Mise.

Sono finiti nel registro degli indagati per falso ideologico, frode nelle forniture pubbliche, truffa e concussione, Nicola Tenaglia, di 67 anni, di Vasto (Chieti), ingegnere e direttore dei lavori della Infratel Spa; Luciano Tracucci, di 45, di Corciano (Perugia), project manager e procuratore della Imet Spa, Michele Ragni, di 49, di Serramanna (Medio Campidano), e Ademaro Cesarini, di 54, di Gubbio (Perugia) responsabili del cantiere della Imet. Il provvedimento ha colpito la stessa Imet, in quanto è stato applicato il Dlgs 231/2001 che in ambito penale consente di attribuire la responsabilità amministrativa alle persone giuridiche per i reati commessi dai propri dipendenti a loro interesse e vantaggio.

Secondo gli specialisti della Gdf la truffa sarebbe stata architettata con l'aiuto di Nicola Tenaglia. Per chiudere un occhio durante le ispezioni e i collaudi della fibra ottica, avrebbe ottenuto denaro e regalie. Inoltre sarebbero stati eseguiti lavori di ristrutturazione di una lussuosa villa a Vasto, intestata alla moglie per 210 mila euro. La villa è stata sequestrata in quanto costituisce, secondo l'accusa, prodotto e profitto della concussione. Tutti gli indagati e la società sono stati anche segnalati alla Procura della Corte dei Conti della Sardegna per il danno erariale.

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