Natalino Barranca non fu uno dei carcerieri di Titti Pinna. A sancirlo una volta per tutte è la sentenza emessa ieri sera dalla Corte di Cassazione. Il servo pastore di Sedilo, di 74 anni, è stato assolto per non aver commesso il fatto dall'accusa di aver avuto un ruolo durante la prigionia dell'allevatore di Bonorva, prelevato dall'azienda familiare di "Monti Frusciu" il 19 settembre 2006 e scappato otto mesi dopo dall'ovile di Su Padru, in territorio di Sedilo. La Cassazione - come hanno anticipato i quotidiani L'Unione Sarda e La Nuova Sardegna - ha disposto l'annullamento senza rinvio della sentenza di condanna a 17 anni di reclusione inflitta a Barranca al termine del processo di secondo grado-bis celebrato davanti alla Corte d'assise di Cagliari. Titti Pinna era fuggito da Su Padru, dall'ovile che all'epoca era usato dall'allevatore Salvatore Atzas: per l'accusa Barranca era suo collaboratore e dunque sapeva che lì fosse custodito l'allevatore. In appello la condanna per Atzas venne confermata, ma per Barranca arrivò l'assoluzione. A quel punto la Procura generale di Cagliari impugnò la sentenza e ricorse in Cassazione, dove l'assoluzione di Barranca venne annullata e il processo venne trasferito alla Corte d'appello di Cagliari che, due anni fa, aveva condannato Barranca a 17 anni. Da ieri quella sentenza non ha più valore.
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