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Marcia della Pace, in 800 per dire no alle servitù militari

Marcia della Pace, in 800 per dire no alle servitù militari

Sindaco Laconi, scatto d'orgoglio da parte dei sardi

LACONI, 26 ottobre 2014, 20:38

Redazione ANSA

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Il maltempo e la minaccia della pioggia non ha fermato la tredicesima edizione della Marcia della Pace, organizzata dalla Tavola sarda della Pace con la collaborazione dei Comuni di Laconi e di Gesturi. Circa 800 i partecipanti arrivati da tutta la Sardegna e una cinquantina le sigle di movimenti, associazioni, istituzioni, partiti, comuni, sindacati e comitati che hanno aderito e partecipato alla iniziativa. Particolarmente significativa l'assemblea di apertura della giornata col Cineteatro di Laconi al gran completo. Dopo i saluti del sindaco Paolo Pisu, è stato il missionario comboniano Massimo Robol a dare corpo allo slogan della Marcia, "Per la pace disarma la Sardegna", rilevando la contraddizione di un paese come l'Italia, che grida per la pace, ma vanta una industria bellica che non conosce crisi, che è il terzo produttore mondiale di mine antiuomo e poi crede di lavarsi al coscienza producendo anche le protesi per gli uomini, le donne e i bambini mutilati da quelle stesse mine. "Come cattolico e cristiano mi sento umiliato da questa ipocrisia" ha detto senza mezzi termini. Dal suo e dagli altri interventi, complessivamente una trentina, sono emersi con chiarezza gli obiettivi che la tavola Sarda della Pace persegue con la sua Marcia: la chiusura, anche graduale, di tutte le servitù militari, la bonifica a spese dello stato delle aree dismesse e l'avvio di un progetto di sviluppo della Sardegna basato sulle sue risorse naturali e quindi in particolare sull'agricoltura, il turismo e la pesca oggi pesantemente condizionati proprio dalla presenza massiccia delle servitù militari. "Ci vuole da parte dei sardi uno scatto di orgoglio e di maturità politica e strategica" ha detto il sindaco di Laconi e portavoce della Marcia, Paolo Pisu. "Dobbiamo decidere - ha proseguito - se vogliamo continuare a tenerci i poligoni e le basi militari in cambio di una miseria o diventare una terra di pace capace di scegliere da sola il proprio futuro e di progredire con le risorse del suo territorio". Il percorso della marcia vera e propria quest'anno si è sviluppato tra Nuragus e Gesturi, dove si è conclusa con gli interventi di chi non ha potuto partecipare all'assemblea di Laconi e un piccolo concerto.
   

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