Il maltempo e la minaccia della
pioggia non ha fermato la tredicesima edizione della Marcia
della Pace, organizzata dalla Tavola sarda della Pace con la
collaborazione dei Comuni di Laconi e di Gesturi. Circa 800 i
partecipanti arrivati da tutta la Sardegna e una cinquantina le
sigle di movimenti, associazioni, istituzioni, partiti, comuni,
sindacati e comitati che hanno aderito e partecipato alla
iniziativa.
Particolarmente significativa l'assemblea di apertura della
giornata col Cineteatro di Laconi al gran completo. Dopo i
saluti del sindaco Paolo Pisu, è stato il missionario comboniano
Massimo Robol a dare corpo allo slogan della Marcia, "Per la
pace disarma la Sardegna", rilevando la contraddizione di un
paese come l'Italia, che grida per la pace, ma vanta una
industria bellica che non conosce crisi, che è il terzo
produttore mondiale di mine antiuomo e poi crede di lavarsi al
coscienza producendo anche le protesi per gli uomini, le donne e
i bambini mutilati da quelle stesse mine. "Come cattolico e
cristiano mi sento umiliato da questa ipocrisia" ha detto senza
mezzi termini. Dal suo e dagli altri interventi,
complessivamente una trentina, sono emersi con chiarezza gli
obiettivi che la tavola Sarda della Pace persegue con la sua
Marcia: la chiusura, anche graduale, di tutte le servitù
militari, la bonifica a spese dello stato delle aree dismesse e
l'avvio di un progetto di sviluppo della Sardegna basato sulle
sue risorse naturali e quindi in particolare sull'agricoltura,
il turismo e la pesca oggi pesantemente condizionati proprio
dalla presenza massiccia delle servitù militari.
"Ci vuole da parte dei sardi uno scatto di orgoglio e di
maturità politica e strategica" ha detto il sindaco di Laconi e
portavoce della Marcia, Paolo Pisu. "Dobbiamo decidere - ha
proseguito - se vogliamo continuare a tenerci i poligoni e le
basi militari in cambio di una miseria o diventare una terra di
pace capace di scegliere da sola il proprio futuro e di
progredire con le risorse del suo territorio". Il percorso della
marcia vera e propria quest'anno si è sviluppato tra Nuragus e
Gesturi, dove si è conclusa con gli interventi di chi non ha
potuto partecipare all'assemblea di Laconi e un piccolo
concerto.
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