Luciano Passariello, consigliere
regionale della Campania di Fdi, risulta tra i 17 indagati
nell'inchiesta della Dda di Cagliari sul riciclaggio in Sardegna
del denaro dei Casalesi. L'esponente politico avrebbe contattato
la società sarda Tu.ri.cost, poi rilevata dai clan camorristici,
per farne parte dopo che uno dei soci isolani aveva deciso di
uscire dal sodalizio. Passariello avrebbe pagato una prima
tranche per l'ingresso, decidendo poi di non completare
l'operazione.
Al passaggio societario nelle mani dei Casalesi, il
consigliere regionale sarebbe stato rimborsato dai clan, così
come avvenuto per gli altri tre soci sardi, l'europarlamentare
Salvatore Cicu (Fi), l'ex sindaco di Sestu Luciano Taccori (Fi)
e il consigliere comunale Paolo Cau (Fi). Secondo le indagini
della Guardia di Finanza, il giro di denaro per l'uscita dei
quattro soci ammonta a 400 mila euro in contanti, di cui 130
mila a Passariello e 270 mila complessivi agli altri tre.
In totale l'operazione di subentro dei Casalesi nella
Tu.ri.cost è costata un milione e 30 mila euro, contro un
investimento iniziale di 600 mila euro. Tutto questo, per la
Dda, configura il reato di riciclaggio contestato ai 17
indagati. La società sarda viene creata nel 2001 e vede come
amministratore Cau, mentre Cicu e l'allora sindaco di Sestu
figurano come finanziatori occulti. E' in questa fase che il
sodalizio individua dei terreni a Villasimius dove poi verrà
costruito il complesso turistico S'incantu, sequestrato ora
dalle Fiamme Gialle. I Casalesi, secondo la ricostruzione delle
Finanza, mettono le mani sulla società nel 2003 acquisendo tutte
le quote e i sardi le cedono consapevoli - dice la Dda - che il
denaro proveniva in parte dalla Camorra.
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