La proposta di legge per la riduzione
delle liste d'attesa è stata nuovamente al centro dei lavori
della commissione Sanità, oggi in Consiglio regionale, con le
audizioni dei rappresentanti di medici, infermieri e sindacati.
La pdl presentata da Fabiano Amati e Ruggero Mennea (Pd),
Napoleone Cera (Popolari) ed Enzo Colonna (NaS) prevede nella
parte più controversa la sospensione dell'attività a pagamento
qualora i tempi d'attesa siano molto più brevi di quelli per
l'attività istituzionale.
Sulla sospensione della libera professione intramuraria
(Alpi), che copre - è emerso - non più del 7% delle prestazioni
complessive erogate dal sistema sanitario pugliese, medici e
infermieri hanno espresso contrarietà paventando danni per le
aziende sanitarie e per i cittadini. Critiche anche Cigl, Cisl e
Uil che, nell'indicare le stabilizzazioni in corso come un primo
passo, hanno posto l'accento sulla necessità di nuove assunzioni
e sulla riorganizzazione dei centri unici di prenotazione. Al
termine del confronto in commissione Amati, primo firmatario
della proposta, ha espresso "soddisfazione per la condivisione e
i suggerimenti avanzati pur rilevando la contrarietà di alcuni
sindacati dei medici". "Confortati dalle parole dei medici" si
sono detti gli esponenti di Direzione Italia, Ignazio Zullo e
Luigi Manca: "I nostri emendamenti vanno esattamente a
migliorare il testo Amati così come richiesto dagli operatori
del settore".
Per il capogruppo forzista, Nino Marmo, "la carenza di
personale è parso essere l'unico comune denominatore tra le
varie tesi su un tema, quello delle liste di attesa, dove il
legislatore deve intervenire considerando l'apatia della Giunta
regionale". Da parte di Giannicola De Leonardis, esponente di
Ap, l'auspicio "di una sintesi equilibrata da trovare per
rendere il testo efficace non solo sulla carta" a fronte della
"consapevolezza che è l'intero sistema sanitario da rivedere nel
suo complesso, a partire dalla medicina territoriale".
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