Il tavolo tecnico-paritetico su
Acquedotto pugliese ha completato il proprio lavoro individuando
le soluzioni destinate a garantire la gestione pubblica del
servizio idrico integrato. E' quanto emerso oggi in Consiglio
regionale nella seduta conclusiva dell'organismo, insediatosi il
13 aprile scorso sotto la guida del presidente dell'Assemblea
legislativa pugliese, Mario Loizzo. Sulle due ipotesi, il
modello di società in house interamente partecipata da capitale
pubblico (Regione ed enti locali) ed il modello legato alla
trasformazione in azienda speciale, sarà ora la Giunta regionale
a doversi esprimere. I risultati degli approfondimenti giuridici
e l'intera serie dei documenti acquisti dall'organismo saranno
infatti trasferiti al Governo regionale, per le decisioni
sull'assetto gestionale dell'ente idrico. I tempi dovrebbero
essere rapido visto che l'obiettivo finale resta di trovare una
soluzione prima della gara di affidamento del servizio idrico,
fissata al 31 dicembre 2018. Da qui la sollecitazione di Loizzo
all'Autorità idrica pugliese, rappresentata dal sindaco di
Andria, Nicola Giorgino, a porre all'Autorità nazionale
anticorruzione (Anac) e all'Autorità per il sistema idrico il
quesito sulla possibilità di rinviare il termine di fine 2018. A
conclusione della riunione Loizzo ha ribadito che l'Acquedotto
pugliese resterà in mano pubblica: "Non c'è nessun soggetto
politico in Regione che abbia la volontà di privatizzare
alcunché o di mettere a gara il servizio idrico integrato. Il
tavolo ha fatto un buon lavoro, approfondendo i vari aspetti e
definendo il quadro delle soluzioni giuridicamente fondate". Tra
gli atti che saranno trasmessi alla Giunta ci sono il documento
elaborato dalla sezione legale del Consiglio, quello del
Movimento 5 Stelle, le note del capogruppo di Noi a sinistra,
Enzo Colonna, e del costituzionalista Alberto Lucarelli.
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