"Non ci sono dubbi scientifici sul
fatto che l'infezione da xylella fastidiosa sia correlata con i
sintomi di disseccamento degli ulivi". A spiegarlo i professori
Enrico Bucci, della Temple University di Philadelphia, e
Giovanni Martelli dell'Università di Bari, entrambi accademici
dei Lincei, che oggi nella sede del Consiglio regionale pugliese
hanno partecipato ad un seminario di studi organizzato dagli
uffici di Presidenza delle commissioni Agricoltura e Bilancio.
L'evento, aperto dal presidente dell'Assemblea, Mario Loizzo,
è stato un'importante occasione di approfondimento sui
presupposti scientifici della fitopatologia della xylella. In
particolare oltre alle azioni di contenimento, tema affrontato
dal dirigente dell'Osservatorio fitosanitario regionale, Silvio
Schito, che ha sottolineato "l'assenza di nuovi focolai", si è
parlato soprattutto della ricerca di soluzioni che consentano
una convivenza sostenibile con l'infezione. "Il reperimento di
germoplasma resistente - ha chiarito Martelli - può consentire
di utilizzare piante resistenti o tolleranti per riprendere
un'attività agricola sostenibile. In una zona fortemente infetta
della provincia di Lecce - ha aggiunto Martelli - abbiamo già
impiantato un uliveto con una 50ina di cultivar, ed altre ne
pianteremo, per vedere come si comportano. Ci vogliono tempi
lunghi per aver risposte. Parliamo di 7-8-10 anni". "Per ora
sappiamo che c'è una cultivar tipicamente pugliese, la coratina,
che ha un comportamento analogo al leccino, che abbiamo
studiato. Ad oggi possiamo quindi dire - ha concluso Martelli -
che coratina e leccino si comportano bene al pari della
fs17-favolosa e della frantoio. E' possibile che anche altre
cultivar pugliesi si comportino bene, lo accerteremo".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA