Sei ricorsi da analizzare e un
ritardo nella consegna delle schede elettorali e dei verbali dei
seggi stanno determinando uno slittamento della proclamazione
degli eletti nel nuovo Consiglio regionale pugliese. La Corte di
appello di Bari è al lavoro per stringere i tempi, c'è la
possibilità che almeno la proclamazione del presidente della
Regione avvenga in settimana, mentre per la composizione del
Consiglio forse bisognerà attendere ancora qualche altro giorno.
Ad un mese esatto dalla chiusura delle urne e dalla
riconferma di Michele Emiliano, non c'è ancora un dato
definitivo rispetto alla distribuzione dei 50 seggi. Il ritardo
sta determinando anche il blocco della nomina della nuova
Giunta, perché sino a quando non si conosceranno i nomi degli
eletti il governatore non potrà procedere con la scelta degli
assessori. La legge regionale, infatti, prevede che ci siano al
massimo due "esterni", otto componenti quindi devono essere
scelti all'interno dell'Assise. In realtà, Emiliano ha già
nominato due assessori, ma lo ha dovuto fare con un mini
rimpasto della vecchia squadra di governo che è ancora in
carica: hanno fatto il loro ingresso Donato Pentassuglia
all'Agricoltura e Pierluigi Lopalco alla Sanità. Se nel primo
caso il governatore ha potuto procedere liberamente, dato che
Pentassuglia era già consigliere regionale (Pd), per consegnare
la delega all'epidemiologo è stato necessario che prima si
dimettesse Totò Ruggeri, uno dei due esterni, dal ruolo di
assessore al Welfare. Un avvicendamento che ha permesso a
Lopalco di prendere in mano le redini della sanità pugliese in
un momento delicato, con la pandemia di coronavirus che avanza
rapidamente. Sia Pentassuglia sia Lopalco verranno riconfermati
non appena ci sarà la proclamazione degli eletti ed Emiliano
potrà procedere completando la sua "squadra".
Sulla composizione finale del Consiglio regionale ci sono
ancora diversi punti interrogativi, sono infatti sei i ricorsi
contro la ripartizione provvisoria dei 50 seggi fatta dal
ministero dell'Interno lo scorso 21 settembre. A contestare
l'attribuzione dei posti in Aula è, ad esempio, la lista Senso
Civico, esclusa nonostante abbia superato il 4% della soglia di
sbarramento; anche il vicepresidente uscente, Peppino Longo, non
rieletto secondo i calcoli del Viminale, ha depositato una
memoria sostenendo che, in base alle regole sul premio di
maggioranza, al centrosinistra vadano assegnati non 27 seggi ma
29, avendo la coalizione scavalcato il tetto del 40% dei voti.
In questo caso Longo rientrerebbe.
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