(ANSA) ROMA 3 MAG - 'Il Grande Spirito', il nuovo film di e
con Sergio Rubini, è allo stesso tempo una commedia-favola, un
western metropolitano e, infine, una metafora con tanto di
mostro fumante sullo sky line: l'Ilva di Taranto. Il film, il 3
maggio al Bif&st e in sala il 9 maggio distribuito da 01 in 200
copie, è ambientato sui tetti di un quartiere della periferia di
Taranto. Qui si rifugia, dopo una rapina, uno dei tre della
banda, Tonino (Sergio Rubini). Inseguito dai suoi complici,
fugge di tetto in tetto fino a raggiungere la terrazza. Lì
scopre che non è solo perché su quella terrazza ci vive uno
strano individuo (Rocco Papaleo) del tutto matto, un uomo che
comunque guarda all'Ilva come il nemico, quella che gli ha
portato via il padre, e che rievoca una Taranto, pre-acciaieria,
piena di prati e bisonti. "Volevo raccontare una sorta di
western metropolitano - spiega Sergio Rubini - dove c'è un
mostro (l'Ilva), una fabbrica gestita dagli yankee, e poi ci
sono gli indiani, ovvero, tutti i tarantini".
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