"Ho chiesto al
presidente Conte di garantire su Tap un clima politico nuovo,
diverso da quello avuto dai governi precedenti. Ho chiesto loro
di essere i cani da guardia dei cittadini, di stare col fiato
sul collo di questa multinazionale cercando di far emergere le
(decine) di violazioni di legge di Tap. Non ci sarebbe così
nessun bisogno di bloccare i lavori per volontà politica ma Tap
così si bloccherebbe da sola per propria responsabilità e propri
errori progettuali e/o esecutivi, senza il terrore di penali o
risarcimenti". All'indomani dell'incontro avuto a Roma, il
sindaco di Melendugno Marco Potì ha pubblicato le sue
riflessioni sulla sua pagina Facebook dicendosi "un po'
amareggiato" ma deciso a non demordere perchè, ha poi aggiunto
in una intervista Radio anch'io (Rai Radio1) - "il mio
obiettivo è quello di cercare di fermare quest'opera che è una
follia".
"Il Governo ci ha ricevuto per ben due volte - ha detto su Fb
- ci ha dedicato tempo e ascolto e di questo occorre dare atto a
ringraziare il premier Conte, ma ho l'impressione che non si
sono fatti tutti quegli approfondimenti necessari, nè si è
dedicato il tempo giusto a cercare qualche motivo valido per
bloccare veramente Tap. Non è sufficiente cercare di calcolare i
costi di abbandono con una visione ragionieristica e attenta
alle conseguenze economiche, invece che con una visione più
politica con la P maiuscola, con la voglia di difendere la
volontà i diritti dei cittadini più degli interessi di un'altra
multinazionale". "C'è il ministro dell'Ambiente Costa - aggiunge
- che cercherà in breve tempo e con il nostro ausilio, di
ricercare altre motivazioni forti e valide giuridicamente e di
far emergere violazioni e criticità. E poi c'è il premier Conte
che ha auspicato più e più volte l'intervento della magistratura
inquirente anche per essere facilitato come governo dell'azione
di blocco del Tap". "Su questo si basano le nostre speranze
future - conclude - Sul rispetto della legge e della legalità
ieri come oggi".
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