Decine di persone, venute anche da
fuori città, hanno partecipato questa mattina a Bari al presidio
per la libertà di stampa e per esprimere solidarietà alla
giornalista del Tg1, Mariagrazia Mazzola, che venerdì scorso,
nel quartiere Libertà del capoluogo pugliese, è stata
schiaffeggiata da Monica Laera, moglie del presunto boss Lorenzo
Caldarola. La donna, ieri in una intervista al Tgr Puglia, ha
chiesto scusa alla cronista, accusandola però di non avere
rispettato il suo dolore e di avere insistito nel volerla
intervistare nonostante in casa ci fosse la salma di sua nonna.
Mazzola aveva provato a incontrare la donna dopo un evento
dell'associazione contro le mafie, Libera, con il presidente
nazionale don Ciotti, nella chiesa del Redentore. E' proprio di
fronte alla chiesa che oggi si è tenuta la manifestazione cui
hanno partecipato il coordinatore regionale di Libera Puglia,
Mario Dabbicco, il sindaco di Bari e presidente Anci, Antonio
Decaro, il presidente dell'Ordine dei giornalisti della Puglia,
Piero Ricci, e il segretario generale della Federazione
nazionale della stampa (Fnsi), Raffaele Lorusso. Quest'ultimo ha
sottolineato l'esigenza di "dare la scorta mediatica ai
giornalisti aggrediti, rilanciando le loro inchieste nelle
periferie del malaffare". Decaro, evidenziando la presenza a
Bari di "numerosi clan in fibrillazione" per la contesa del
territorio, ha assicurato che "non si prenderanno la città: Bari
- ha detto - resisterà".
Ricci ha invece chiarito che "i giornalisti sono diventati il
bersaglio preferito di chi è allergico alle domande e pensa di
potere bypassare anche il diritto di critica: una pratica
diffusa - ha spiegato - anche in ambienti insospettabili della
società, mi riferisco a chi ha un potere, non solo quello
criminale ma anche politico, economico e finanziario".
Dabbicco ha aggiunto che oggi facciamo "un invito alla
società civile alla responsabilizzazione: quello che è accaduto
venerdì è di una gravità notevole perché è l'espressione del
nostro modo di pensare - ha concluso - e cioè che i problemi non
si risolvono ragionando ma con l'uso delle mani".
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