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Giornalista aggredita: a Bari presidio per libertà stampa

Giornalista aggredita: a Bari presidio per libertà stampa

Odg Puglia,cronisti bersaglio anche di potere politico-economico

BARI, 11 febbraio 2018, 13:06

Redazione ANSA

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Decine di persone, venute anche da fuori città, hanno partecipato questa mattina a Bari al presidio per la libertà di stampa e per esprimere solidarietà alla giornalista del Tg1, Mariagrazia Mazzola, che venerdì scorso, nel quartiere Libertà del capoluogo pugliese, è stata schiaffeggiata da Monica Laera, moglie del presunto boss Lorenzo Caldarola. La donna, ieri in una intervista al Tgr Puglia, ha chiesto scusa alla cronista, accusandola però di non avere rispettato il suo dolore e di avere insistito nel volerla intervistare nonostante in casa ci fosse la salma di sua nonna.
    Mazzola aveva provato a incontrare la donna dopo un evento dell'associazione contro le mafie, Libera, con il presidente nazionale don Ciotti, nella chiesa del Redentore. E' proprio di fronte alla chiesa che oggi si è tenuta la manifestazione cui hanno partecipato il coordinatore regionale di Libera Puglia, Mario Dabbicco, il sindaco di Bari e presidente Anci, Antonio Decaro, il presidente dell'Ordine dei giornalisti della Puglia, Piero Ricci, e il segretario generale della Federazione nazionale della stampa (Fnsi), Raffaele Lorusso. Quest'ultimo ha sottolineato l'esigenza di "dare la scorta mediatica ai giornalisti aggrediti, rilanciando le loro inchieste nelle periferie del malaffare". Decaro, evidenziando la presenza a Bari di "numerosi clan in fibrillazione" per la contesa del territorio, ha assicurato che "non si prenderanno la città: Bari - ha detto - resisterà". Ricci ha invece chiarito che "i giornalisti sono diventati il bersaglio preferito di chi è allergico alle domande e pensa di potere bypassare anche il diritto di critica: una pratica diffusa - ha spiegato - anche in ambienti insospettabili della società, mi riferisco a chi ha un potere, non solo quello criminale ma anche politico, economico e finanziario". Dabbicco ha aggiunto che oggi facciamo "un invito alla società civile alla responsabilizzazione: quello che è accaduto venerdì è di una gravità notevole perché è l'espressione del nostro modo di pensare - ha concluso - e cioè che i problemi non si risolvono ragionando ma con l'uso delle mani".
   

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