Il Tribunale di Taranto ha
riconosciuto agli eredi di un sottufficiale della Marina
militare che morì di cancro al polmone provocato
dall'esposizione all'amianto a bordo delle navi militari
italiane, un risarcimento complessivo di circa 700mila euro (tra
speciale elargizione, rivalutazione e ratei non goduti) e una
pensione mensile di 1600 euro. Lo rende noto 'Contramianto
onlus', che ha fornito assistenza legale alla famiglia del'uomo.
"A dieci anni da quel decesso - sottolinea Luciano Carleo,
presidente dell'associazione - la famiglia, composta da vedova e
figlio, ottiene il riconoscimento di 'Vittima del dovere'.
Nessuna somma potrà riportare in vita il proprio caro, ma con
quel riconoscimento viene sancita la correlazione tra tumore e
amianto killer. Un diritto sacrosanto per quella morte rubata
che, come dimostrato da Contramianto - afferma Carleo - è stata
provocata dalla inalazione delle fibre cancerogene di amianto
respirate dal marinaio lavorando e vivendo sul naviglio di
Stato".
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