Un gruppo di cittadini, tra cui il
presidente di Peacelink Alessandro Marescotti, l'attivista
ambientale Fabio Millarte e le pediatre Annamaria Moschetti e
Maria Grazia Parisi, ha lanciato una raccolta firme per
sostenere il ricorso al Tar del Comune di Taranto e della
Regione Puglia contro il DPCM del 29 settembre 2017 "che -
osservano i promotori - offre ad ArcelorMittal tempi lunghissimi
per la messa a norma degli impianti dell'Ilva". La petizione
online è chiamata #Stopaldecretoilva-Manda la tua firma al
ministro Calenda.
"Vivresti - è scritto nel documento da inviare al ministro
dello Sviluppo Economico - in una città dove chi inquina è
difeso da uno scudo penale? Noi cittadini sosteniamo il ricorso
al Tar presentato dal Comune di Taranto e dalla Regione Puglia.
Il nostro è un appello civico privo di ogni coloritura politica.
Mira solo a contrastare l'inaudito tentativo del Governo di
garantire fino al 2023 l'immunità penale di chi gestirà l'Ilva.
In tal modo il Governo toglie ogni garanzia per i cittadini e i
lavoratori. Ad Arcelor Mittal viene consegnata una città priva
di tutele, offrendo un trattamento di massimo favore".
I promotori dell'iniziativa ricordano che "la Corte
Costituzionale aveva consentito l'uso degli impianti dell'area a
caldo dell'Ilva (sottoposti ancora oggi a sequestro penale) a
condizione che venisse eseguita la messa a norma di tutti gli
impianti entro il 2015. Adesso invece la messa a norma di tutti
gli impianti viene spostata al 2023 e nel frattempo ai gestori
viene garantita l'immunità penale. Tutto questo è inaccettabile.
Di fronte a un simile inaudito attacco - concludono - crediamo
debba mobilitarsi l'intera comunità nazionale e chiunque abbia a
cuore la democrazia e la Costituzione, qualunque sia la propria
città, qualunque sia il proprio credo politico, qualunque sia la
propria collocazione sociale".
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