Con il rammarico di "non essere
riuscito a catturare tanti aspetti dell'anima di David Bowie e
Iggy Pop", il fotografo Masayoshi Sukita ammette che "nella
session fotografica in Giappone, in cui accompagnò i due
artisti, ha imparato a lasciare liberi i soggetti che immortala
nelle sue foto". Sukita, a Bari per l'inaugurazione della mostra
'David Bowie & Masayoshi Sukita: Heroes, 40esimo anniversario',
racconta quegli scatti dai quali fu tratta la copertina del
disco del Duca Bianco, Heroes.
Nell'ambito del Medimex, il Castello Svevo ospita 23 scatti
inediti, mai esposti prima in Italia. E Sukita confessa di "non
aver mai allestito una mostra in un posto così bello". Per la
sessione fotografica di Heroes, ricorda Sukita, "mi hanno
concesso un'ora ciascuno. Era un tempo limitato, e ho fatto
quello che potevo. Ma ho imparato a cambiare metodo. Prima di
quella sessione davo sempre indicazioni ai soggetti che
fotografavo. Mentre con Bowie e Iggy ho imparato a lasciare
libertà. Mi hanno fatto crescere". Quanto alla foto scelta per
la copertina di Heroes, e che è diventata una icona, Sukita
sottolinea che "non è stata fatta apposta per quel disco, e che
ho solo seguito Bowie che si esprimeva in tanti modi diversi".
Poi lo scatto è "stato scelto tra 15 foto dallo stesso Bowie, e
sono stato molto felice che abbia voluto quella perché è una
foto in cui ha una espressione davvero molto strana".
Si può essere eroi per un giorno in una foto? "Non lo so -
risponde il fotografo - tutti vorrebbero essere eroi, tutti
hanno dentro questo desiderio". "Ma forse - rileva - non è
possibile catturare il momento eroico. E lo dico anche se
continuo a collaborare con molti artisti tra i quali Iggy Pop".
"Poi - aggiunge - c'è il mio lavoro più vero, quello che faccio
da 60 anni, cioè fotografare i paesaggi". "Anche in queste foto
- conclude - cerco di mettere sempre qualcosa in più, ed è una
ricerca che non finisce mai".
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