Sono state chiuse le indagini
della Dda di Lecce nei confronti di 50 persone, 37 delle quali
furono sottoposte a misura cautelare il 21 giugno, coinvolte
nell'inchiesta che ha smantellato tre presunte associazioni
mafiose attive nel Tarantino. Il primo clan farebbe capo al boss
Cosimo Di Pierro, di 61 anni, un tempo ritenuto elemento di
spicco del gruppo capeggiato da Riccardo e Gianfranco Modeo; gli
altri due capeggiati rispettivamente da Gaetano Diodato e Nicola
Pascali. A vario titolo sono contestati in reati di associazione
mafiosa, tentato omicidio, estorsione, rapina aggravata, spaccio
di droga, detenzione illecita di armi clandestine, ricettazione
e danneggiamento. Le intercettazioni ambientali hanno
documentato - secondo l'accusa - anche i riti di affiliazione.
Di Pierro era stato "innalzato" prima al grado di "santa" e poi
di "vangelo". Il boss in una intercettazione si vantò con i
sodali dicendo: "La città è nostra".
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