Nell'udienza di oggi del processo
per il presunto disastro ambientale causato dall'Ilva, l'avv.
Francesco Centonze - che assiste due capi area del Siderurgico -
ha chiesto alla Corte d'Assise di trasferire il processo a
Potenza sul presupposto che anche i magistrati residenti a
Taranto sono potenziali parti lese in relazione al danno
ambientale e sanitario.
Il 18 luglio scorso la Corte d'Assise presieduta da Michele
Petrangelo (a latere Fulvia Misserini e sei giudici popolari)
rigettò l'eccezione di incompetenza funzionale con richiesta di
trasferimento del processo a Potenza - competente a decidere per
i magistrati del distretto della Corte d'Appello di Lecce -
avanzata dall'avvocato Pasquale Annicchiarico, difensore di
Nicola Riva (fratello di Fabio ed ex amministratore dell'Ilva).
Il legale fondava la sua eccezione sul presupposto che nel
processo si erano costituiti parte civile i giudici di pace
Martino Giacovelli e Nicola Russo (costituzione successivamente
ritirata). Ciò in base alle previsione dell'art. 11 del codice
di procedura penale. Ora è stata proposta un'altra istanza per
spostare il processo a Potenza sulla quale la Corte potrebbe
decidere già nella giornata di domani. L'avv. Nicola Marseglia,
difensore di Fabio Riva, ha invece presentato eccezione di
nullità del decreto che dispone il giudizio con riferimento
all'udienza preliminare bis celebrata - a partire dalla
requisitoria dei pm - in seguito alla decisione della Corte
d'Assise di annullare il primo processo, appena iniziato, per un
vizio procedurale (la mancata indicazione del difensore
d'ufficio per 10 imputati).
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