Coi nastrini rossi ai polsi e i
cartelli con la scritta delle loro destinazioni i docenti
assunti con il piano straordinario della riforma la 'buona
scuola' protesteranno domani a Bari, davanti all'ingresso
principale della Fiera del Levante dove si terrà la cerimonia di
inaugurazione della 80/a edizione della Campionaria, alla
presenza del premier Matteo Renzi. A quest'ultimo i docenti
vogliono consegnare una lettera aperta nella quale i docenti
affermano di "credere nelle istituzioni" e per questo chiedono
allo Stato "una mano d'aiuto". "Le soluzioni - dicono nella
lettera a Renzi - sono sotto i suoi occhi. Lei che ha a cuore le
sorti dell'Italia non può lasciare indietro il Centro-Sud".
I 18 mila docenti assunti con il piano straordinario della
riforma la "buona scuola" di Puglia, Abruzzo e Campania sono
quindi di nuovo uniti dagli intrecci dei nastrini rossi per
ribadire quel legame indissolubile con la propria Terra, la
scuola e la famiglia.
"Molti di noi sono purtroppo partiti e sperano di poter
rientrare anche solo per un anno con le assegnazioni
provvisorie, in attesa di nuovi e definitivi sviluppi che ci
possano riportare nella nostra Terra. A Bari, - afferma
Francesca Marsico del gruppo nastrinirossidocentipugliesi -
domani saremo un piccolo presidio, molti di noi infatti sono
assenti perché in servizio nelle scuole del centro-nord Italia
assegnate dall'algoritmo del Miur per svolgere quel lavoro che
per tutti gli anni precedenti è stato svolto in Puglia tra la
nostra gente. Noi docenti dei nastrini rossi non perdiamo la
speranza di una soluzione definitiva che preveda il rientro di
tutti e confidiamo nell'attenzione del premier Renzi ai nostri
problemi che sono criticità del Centro-sud. Siamo donne e uomini
prima che professionisti e apparteniamo alla nostra Terra".
Contemporaneamente al sit in barese, alle 10 a Napoli, i
"nastrini rossi docenti campani" manifesteranno in piazza
Plebiscito. A Pescara, il neonato gruppo di "nastrini rossi
docenti abruzzesi" alle 18 e 30 in piazza Salotto ha organizzato
un flash mob per continuare a mantenere alta l'attenzione su un
problema che non è solo personale e familiare, ma anche sociale
e del Centro-Sud in generale.
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