"La capacità di sopportazione della
popolazione è al limite. Taranto sta facendo sforzo inumano per
sostenere uno sforzo che il governo ha ritenuto strategico:
questa esigenza deve essere resa compatibile con i principi
costituzionali e con la possibilità di sopravvivenza sul
territorio". Così il presidente della Regione Puglia, Michele
Emiliano, in audizione davanti alle Commissione parlamentari
riunite Attività produttive e Ambiente, riguardo all'esame del
ddl sulle Disposizioni urgenti per il completamento delle
procedure di cessione dei complessi aziendali del Gruppo Ilva.
Per Emiliano, non è dunque sufficiente "applicare le stesse
norme della Terra dei fuochi: non è lo Stato che ha deciso di
inquinare la Campania; qui è lo Stato che deve inquinare, per
supreme ragioni di Stato. E' evidente che dobbiamo adottare
tutte le cautele possibili e tentare controbilanciare la tutela
del diritto alla salute dal punto di vista socio-sanitario:
stiamo chiedendo di continuare a vivere a ridosso di un impianto
che continua ad avere emissioni pericolose". Emiliano ha
ricordato se è vero che il livello di produzione è sceso "il
disinquinamento parte con la cessazione della fonte dell'
inquinamento, tutt'ora attiva a Taranto. Ho dovuto fare un
provvedimento in cui ho dovuto spostare tutte le culture di
cozze: se le avessimo fatte sviluppare a ridosso della fabbrica
avrebbero avuto livello tale di diossine tali da non essere
commestibili". "Con tutte le cautele, se continuiamo a usare il
carbone le conseguenze sono queste, se usiamo un altro
combustibile le emissioni si possono abbattere a zero", ha
proseguito.
Infine Emiliano ha reso noto che 130 cittadini tarantini
hanno avviato una azione presso l'Alta Corte di giustizia
europea per la tutela della loro salute; "è difficile che sia
dato loro torto se non si interviene in qualche modo. I
risarcimenti potrebbero essere importantissimi, le cautele
devono essere adottate", ha concluso.
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