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Ilva: ok seconda tranche prestito-ponte

Ilva: ok seconda tranche prestito-ponte

Via libera delle banche, vale 125mln

ROMA, 24 novembre 2014, 18:52

Redazione ANSA

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Gli stipendi di novembre degli operai dell'Ilva sono assicurati e cosi' anche l'avanzamento dei cantieri Aia per il piano di risanamento ambientale. Il commissario Piero Gnudi ha ottenuto oggi dalle banche il via libera alla seconda tranche del prestito ponte da 250 milioni ottenuto dal commissario straordinario lo scorso 11 settembre. La prima tranche da 125 milioni era stata versata il 12 settembre e la seconda, di altri 125, arriva oggi dopo qualche giorno di attesa. Il 14 novembre Gnudi aveva incontrato le banche informandole sull'andamento delle trattative con gli investitori interessati e chiedendo di versare ugualmente la seconda parte del prestito anche in assenza di un'offerta vincolante per il gruppo Ilva, come invece prevedeva il contratto di finanziamento. Intesa Sanpaolo, Unicredit e Banco Popolare, si sono prese qualche giorno per valutare il dossier e oggi hanno dato il via libera. La nuova liquidità dà al Commissario Gnudi più tempo per le trattative. In ballo c'e' la vendita del colosso italiano dell'acciaio, secondo in Europa per capacità produttiva a ciclo integrale, con 24 siti di cui 17 in Italia, di questi lo stabilimento di Taranto è il gigante che può arrivare a produrre fino a otto milioni di tonnellate di acciaio, tetto stabilito dall'Autorizzazione integrale ambientale (Aia). Nel 2013 Taranto ha raggiunto 5,7 milioni di tonnellate di produzione e nel 2014 punta ad arrivare a 6,3 milioni recuperando produttività. Ma è un gigante malato per il quale il risanamento ambientale deve essere un obbligo e un impegno civico prima ancora che un imposizione della legge sul Piano Ambientale del maggio scorso. Per questo, dopo i Riva, chi arriverà dovrà essere un attore di alto profilo. Finora si sono fatti un paio di nomi. La cordata che sembra più vicina ad aggiudicarsi l'Ilva è quella formata dal gruppo Marcegaglia e dal gruppo ArcelorMittal, il primo produttore di acciaio al mondo con 91,2 milioni di tonnellate di produzione, sede centrale in Lussemburgo (ma nel granducato ha anche 4.000 addetti), quotato sulle borse di Amsterdam, Lussemburgo, Madrid, New York e Parigi. Ma si sta facendo avanti anche la proposta tutta italiana che vede in campo il gruppo Arvedi di Crema sostenuto da Federacciai. Arvedi, che oggi ha segnato a palazzo Chigi un accordo di programma da 211 milioni per il risanamento della Ferriera di Servola, sarebbe disponibile a raccogliere altri partner italiani. La cordata potrebbe essere sostenuta da Cassa depositi Prestiti, un'ipotesi che sta andato rafforzandosi da quando l'ad dell'istituto pubblico Giovanni Gorno Tempini ha dichiarato di considerare "strategico" il settore dell'acciaio e di essere disponibile ad intervenire entro i limiti concessigli dallo statuto. Ma le carte in mano al Commissario non sono finite, dopo il via libera dalle banche ai 125 milioni, a fine ottobre la gestione commissariale ha ottenuto dal Tribunale di Milano il trasferimento dei beni sequestrati ai Riva, che permetterà a Gnudi di avere la disponibilità di 1,2 miliardi di euro.

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