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CRV - Criminalità organizzata e mafiosa in Veneto: audito il collaboratore di giustizia Ruotolo.

PressRelease

CRV - Criminalità organizzata e mafiosa in Veneto: audito il collaboratore di giustizia Ruotolo.

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Responsabilità editoriale di CONSIGLIO REGIONALE VENETO

Oggi, nella Sesta commissione del Consiglio regionale del Veneto

23 ottobre 2019, 17:02

CONSIGLIO REGIONALE VENETO

PressRelease - Responsabilità editoriale di CONSIGLIO REGIONALE VENETO

Sesta Commissione - "Audito il collaboratore di giustizia Ruotolo in ordine alla presenza della criminalità organizzata e mafiosa nel tessuto economico del Veneto"

(Arv) Venezia 23 ott. 2019 - Nella seduta odierna, la Sesta Commissione consiliare permanente, presieduta da Alberto Villanova (ZP), con Vice Presidente Francesca Zottis (PD), ha audito il testimone di giustizia Rocco Ruotolo sul tema della presenza della criminalità organizzata e mafiosa nel tessuto economico del Veneto, con presentazione a cura del Professor Enzo Guidotto, componente dell'Osservatorio per il contrasto della criminalità organizzata ai sensi della L.R. n. 48 del 28 dicembre 2012 "Misure per l'attuazione coordinata delle politiche regionali a favore della prevenzione del crimine organizzato e mafioso, della corruzione nonché per la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile". Presente il Vice Presidente del Consiglio Regionale Bruno Pigozzo, su iniziativa del quale è stata organizzata l’audizione.

Il prof. Guidotto ha introdotto l’audizione del testimone di giustizia, sottolineando come “già nel 1993, è stato scoperto il metodo utilizzato dalla criminalità organizzata per infiltrarsi nel tessuto economico- sociale: società finanziarie prestavano denaro a imprenditori in difficoltà a tassi d’interesse elevatissimi; in caso di mancata restituzione del debito, le società minacciavano i loro debitori e li costringevano a cedere la proprietà delle aziende, che cadevano così nelle mani della mafia. Questo metodo viene rinnovato anche oggi, nel silenzio pressoché totale degli imprenditori vessati. Bisogna innanzitutto comprendere perché nessuno ha riferito agli inquirenti le minacce e le intimidazioni ricevute. Una positiva eccezione è rappresentata dal sig. Ruotolo che, unico tra 150 imprenditori vittime di questo metodo mafioso, non solo ha deciso coraggiosamente di denunciare alle Autorità inquirenti le minacce ricevute, ma ha anche accettato di fare l’infiltrato di giustizia. In Veneto ci sono stati imprenditori conniventi”.

L’imprenditore Rocco Ruotolo ha portato all’attenzione dei commissari l’esperienza personale vissuta, vittima dell’usura e minacciato. “Stiamo parlando non solo di problemi che colpiscono gli imprenditori, ma tutta la società civile – ha spiegato il testimone di giustizia -  Facevo l’imprenditore a Padova, avevo alle dipendenze un centinaio di dipendenti. A un certo punto, ho dovuto affrontare alcune difficoltà finanziarie, e non sono riuscito a ottenere dalle banche la copertura di 300 mila euro. Così, attraverso comuni conoscenze, sono stato costretto ad accettare un prestito di 50 mila euro, a interessi folli, fino al punto che ho deciso di denunciare tutto. Ho visto con i miei occhi colleghi imprenditori subire violenze fisiche da persone sicure dell’impunità in quanto ‘avevano il potere dei soldi’. E nessuno ha parlato…Io invece l’ho fatto, ma sono stato lasciato solo dalle Istituzioni. E temo che il Veneto rischi seriamente di essere soffocato dai tentacoli della criminalità organizzata, soprattutto delle mafie straniere, ancora più spietate. L’imprenditore ha bisogno di risposte rapide da parte delle Istituzioni, prima di cadere nelle mani della criminalità”.

“Ma l’intervento dello Stato comunque non è sufficiente, prima delle Istituzioni è fondamentale l’impegno diretto dei cittadini, delle singole persone – ha sottolineato Ruotolo – di chi quotidianamente è inserito nel settore economico, in particolare delle associazioni di categoria. La burocrazia è inamovibile. E per combattere la mafia servono soldi, oltre alle buone intenzioni”.

Per il Vice Presidente del Consiglio Regionale, Bruno Pigozzo, “bisogna partire dal basso, eventuali Fondi di garanzia devono sorgere all’interno della società civile, non essere calati dall’alto, altrimenti non funzionerebbero. E qui in Veneto la mafia è particolarmente pericolosa, in quanto assume una veste diversa da quella classica della coppola e della lupara, è più subdola e abile a infiltrarsi in seno al mondo imprenditoriale; questo lo abbiamo capito bene assistendo al Seminario di venerdì 18 ottobre presso l’Università di Padova ‘Sviluppo economico e contrasto alla criminalità organizzata: ruolo e responsabilità delle istituzioni territoriali'”.      

A margine dell’audizione, si è sviluppato un confronto con i commissari presenti, coordinato dalla Vice Presidente della Sesta Commissione Francesca Zottis. Per Maurizio Colman (LN) “mettendo assieme capitale pubblico e privato, credo che si possa trovare un buon equilibrio tra velocità di intervento ed efficacia dello stesso per aiutare gli imprenditori in difficoltà. Bisogna fare norme semplici, concertate con chi dovrà poi applicarle e porre un freno all’ingresso di capitale illecito straniero”; Simone Scarabel (M5S) “la Finanziaria Veneto Sviluppo potrebbe sostenere le nostre imprese in difficoltà prima che esse cadano sotto il ricatto mafioso”.

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