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CRV - "Ultimo libro di Edoardo Comiotto 'Piikadi par un fià'"

PressRelease

CRV - "Ultimo libro di Edoardo Comiotto 'Piikadi par un fià'"

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Responsabilità editoriale di CONSIGLIO REGIONALE VENETO

presentato a palazzo Ferro Fini

26 febbraio 2019, 15:39

CONSIGLIO REGIONALE VENETO

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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PressRelease - Responsabilità editoriale di CONSIGLIO REGIONALE VENETO

Cultura - Presentato a palazzo Ferro Fini l'ultimo libro di Edoardo Comiotto 'Piikadi par un fià', il Veneto visto da un giovane contadino bellunese tra la fine dell'800 e il Novecento

(Arv) Venezia 26 feb. 2019 -     “Pikadi par an fià,  l’ultima opera di Edoardo Comiotto, narra la vita di un giovane contadino, Bepi Belunat della montagna veneta, che tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento attraversa anni in cui la modernità e con essa un nuovo mondo s’affacciano alla storia, con il culmine delle contraddizioni nello scoppio e nell’evoluzione della  Grande Guerra e il bagaglio delle sofferenze sopportate proprio da chi viveva pikà par un fià, appeso per un filo sottilissimo alla vita” Così Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale del Veneto ha introdotto l’ultima fatica letteraria di Edoardo Comiotto, “Pikadi par un fià”, presentato quest’oggi a palazzo Ferro Fini alla presenza dell’autore e di un folto pubblico giunto in specialmodo dal Bellunese. “Comiotto dipinge in realtà un momento di svolta, anni che segnarono l’intero Novecento visti con gli occhi di un umile grazie al quale il nostro autore è capace di restituirci l’essenza della società rurale veneta e i suoi valori,   compreso l’amore, diremmo oggi, per l’ambiente e il paesaggio, in specie quello montano, con quella passione e quel sentimento che  solo una Penna Nera ha.  E così Comiotto parla anche degli Alpini e non solo quelli della Prima guerra Mondiale, ma tutti gli Alpini di ogni guerra, con il loro bagaglio di onestà e solidarietà umana unico al mondo, il loro amore per la montagna e per la vita”. Alle parole di Ciambetti ha fatto eco Dino Bridda, giornalista bellunese, cha ha voluto sottolineare come l’Associazione Nazionale Alpini di Belluno abbia voluto questo testo per celebrare il primo centenario dalla conclusione della Grande Guerra: “Bepi Belunat rappresenta il mondo della montagna, del lavoro, della difficoltà di vivere in montagna - ha detto Bridda - Finalmente, con questo libro,  nella pubblicistica di guerra è entrata la gente comune”. Il professor Leonardo Granata, docente di paleografia che ha curato la prefazione del testo ha notato come il lavoro di Comiotto sia “un libro intrigante la cui cifra stilistica è il sovrapporsi di piani e di letture diverse. Non è una storia di una persona ma di più generazioni. Sul piano stilistico la prosa, sia in bellunese che in italiano, introduce la successione cronologica e l’evolversi degli avvenimenti, ma sono le composizioni poetiche a svelarci l’io narrante di Bepi, i suoi sentimenti profondi, la sua sensibilità”. Alla presentazione ha partecipato anche il vicepresidente di Confagricoltura del Veneto, Michele Negretto, nonché i rappresentanti delle sezioni Ana di Mel, Santa Giustina, Belluno, nonché Roberto De Martin, figura emblematica del Cai e motore del Trento Film Festival e Tiziana Roncada, presidente del Lions Club di Belluno.

 

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