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Progetto Elfo: al via il nuovo corso per diventare tutore di minori stranieri non accompagnati

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Progetto Elfo: al via il nuovo corso per diventare tutore di minori stranieri non accompagnati

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Responsabilità editoriale di Comune di Genova

06 aprile 2017, 11:48

Comune di Genova

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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PressRelease - Responsabilità editoriale di Comune di Genova

Martedì 4 aprile il Salone di Rappresentanza di palazzo Tursi ha ospitato un incontro di presentazione di “ELFO”, il progetto europeo da Défence for Children con la partnership del Comune di Genova, che propone percorsi formativi per cittadini interessati ad assumere il ruolo di tutore o a quanti si rendano disponibili all’affidamento familiare di persone minorenni straniere non accompagnate.

"Per la prima volta dopo due anni di guerra, fuga e accoglienza in Italia ho dormito bene come quando vivevo da mio nonno": è la frase pronunciata da un ragazzo richiedente asilo alla famiglia affidataria che lo ospita nei week end che, secondo l’assessore alle Politiche Sociosanitarie Emanuela Fracassi, meglio può esprimere la validità di questa iniziativa. “Credo – aggiunge l’assessore – che non servano altre parole per invitare i genovesi a proporsi per la seconda edizione dei percorsi formativi per tutori e genitori affidatari”.

L’incontro di martedì ha presentato i nuovi corsi formativi e proposto esperienze e considerazioni di chi ha già vissuto esperienze di tutela e affido familiare in questo delicato settore, con interventi dell’assessore Fracassi, del direttore della Direzione Politiche Sociali del Comune di Genova Maria Maimone, del giudice tutelare del Tribunale di Genova Domenico Pellegrini e del direttore di “Defence for children Italia” Pippo Costella.

Ad oggi sono 7 i cittadini tutori di altrettanti minori stranieri non accompagnati: l'anno scorso avevano seguito il percorso di formazione e prestato giuramento di fronte ai Giudici tutelari del tribunale Ordinario di Genova il 2 dicembre 2016.

La legislazione italiana prevede che qualsiasi minore privo dei propri genitori e della propria famiglia possa avvalersi di un tutore legalmente riconosciuto dalle istituzioni per garantire la sua cura, la tutela dei suoi diritti e la risposta ai suoi bisogni.

Nel nostro paese e in Europa questa misura, universalmente riconosciuta anche sulla base della Convenzione Internazionale sui diritti dell’Infanzia e dell’adolescenza ratificata da tutti i paesi membri, viene applicata in modo eterogeneo e non sempre efficace.

La presenza nel nostro Paese di minori stranieri non accompagnati, privi, cioè, di figure adulte di riferimento, come noto, è in considerevole aumento per l’intensificarsi delle crisi umanitarie a livello mondiale e questo fenomeno si ripercuote anche all’interno del nostro territorio; nel 2016 Genova ha garantito, all’interno di proprie strutture, l’accoglienza di 370 minori stranieri non accompagnati, la cui tutela da parte dell’Ente locale garantisce l’avvio delle procedure amministrative, fiscali, sanitarie e le procedure per il riconoscimento della protezione internazionale.

Per favorire una maggiore ‘vicinanza’ tra tutore e minore e di conseguenza una più efficace applicazione della tutela legale, il Comune di Genova ha deciso di rinforzare il proprio sistema di protezione e welfare, coinvolgendo i cittadini nello svolgimento di tale ruolo.

Un’altra risorsa, volta a offrire al minore straniero non accompagnato l’opportunità di costruire dei legami sociali e di integrazione e a garantire un sostegno ulteriore ai suoi bisogni, è rappresentata dall’affidamento familiare, una forma di aiuto temporanea che risponde a un bisogno transitorio del ragazzo che possiede una famiglia nel suo paese.

Si tratta infatti di un’accoglienza da parte di famiglie/coppie/single che offre un contesto relazionale caldo, affettivamente ricco, finalizzato al sostegno di un progetto futuro di autonomia. È importante quindi favorire e implementare l’accoglienza in famiglia di minorenni stranieri non accompagnati utilizzando tutte le forme possibili: affido a parenti, affidamento a famiglie italiane o omoculturali, selezionate e formate e monitorate. Vengono anche valorizzate le diverse forme di affido: a tempo pieno, parziale, diurno, di fine settimana, per le vacanze. Nell’ambito di un quadro di riferimento basato sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, i percorsi formativi sono volti a potenziare le capacità degli affidatari e di conseguenza a migliorare il livello e la qualità di protezione dei minorenni vittime o potenziali vittime di violenza.

Sono stati 10 gli affidi realizzati nel 2015-2016, di cui 7 a tempo parziale (i ragazzi sono in Comunità e vanno in famiglia affidataria il fine settimana o alcune giornate infrasettimanali) e 3 a tempo pieno. Di questi ragazzi, 5 sono accolti da famiglie italiane e gli altri 5 da famiglie omoculturali o parentali.

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