TORINO - Un intero catalogo di raffinati orologi da tasca, acquistati da un imprenditore piemontese nel secondo dopoguerra e custoditi gelosamente per molti anni in cassaforte. L'asta Bolaffi del 27 settembre a Milano segna il debutto di un nuovo dipartimento della maison torinese, dedicato agli orologi, con una collezione molto particolare.
Gran parte degli orologi da tasca proposti sono di fabbricazione settecentesca e ottocentesca, con decorazioni finissime e materiali di pregio. Un patrimonio messo insieme, a metà Novecento, da un imprenditore piemontese che coltivò la sua passione collezionistica durante numerosi viaggi d'affari a Londra, Parigi e Ginevra.
Guidato nella selezione dei pezzi dagli esperti antiquari dell'epoca, privilegiò sempre la ricchezza della decorazione e dei materiali alla 'firma'. Una passione tramandata al figlio, che proseguì nell'attività fino alla fine degli anni Ottanta, quando i viaggi si interruppero e, con questi, anche le acquisizioni.
L'asta Bolaffi di orologi propone stime interessanti, che dai 300 euro arrivano fino ai 1.500 del 'Berthoud' periodo Luigi XVI, oppure ai 2.500 euro del 'Just & Son' a chiavetta per il mercato cinese, fabbricato nel 1830. Per queste cifre i collezionisti possono aggiudicarsi un oggetto che racchiude tutto il fascino delle botteghe antiquarie del secolo scorso.
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