TORINO - Ilker Ayci è dalla scorsa primavera presidente della Turkish Airlines che solo qualche settimana fa ha consentito a un vero mito, la Batmobile, di viaggiare dall'Europa all'Asia attraversando il Bosforo sul nuovo ponte Yavuz Sultan Selim.
Nata nel 1933 e attuale membro della Star Alliance, la Turkish Airlines ha visto crescere il numero di passeggeri dagli 11,9 milioni del 2004 ai 61,2 dello scorso anno, con la previsione di arrivare a 72 milioni nel 2016 e a 120 milioni nel 2023, nel centenario della Repubblica Turca. Con 357 milioni di dollari di utili nel 2014, una delle flotte più numerose al mondo e 288 destinazioni in 115 Paesi, Turkish Airlines guarda ancora oltre. Dopo aver festeggiato, a febbraio, la consegna dell'aereo numero 300, fra passeggeri e cargo, la compagnia ne vedrà consegnare altri 43 solo quest'anno nell'ambito di un programma di crescita che prevede, spiega Ayci, "di salire a 431 entro 5 anni e a più di 450 nel 2023".
Fra i giganti dell'aria quest'anno inizieranno a volare con i colori della Turkish Airlines 5 nuovi A330-300 e 6 nuovi B-777-3ER, 20 Next-Generation B737-800, 10 A321 e 2 cargo A330-200F. Quanto al numero complessivo di posti, i 56 mila 807 del 2015 saliranno a 63 mila 732 di quest'anno, fino ad arrivare nel 2021, al culmine del programma di sviluppo, a 81 mila 148. Un impegno che però va oltre i numeri.
"Puntiamo a migliorare sempre la qualità dei servizi prima e durante il volo, come riflesso della nostra ospitalità tradizionale, e al tempo stesso forniamo le soluzioni tecnologiche più innovative", dice il numero uno della compagnia che, prima di arrivare alla Turkish Airlines era amministratore delegato dell'Agenzia che promuove e sostiene gli investimenti stranieri in Turchia e "già allora - scherza - in un certo senso il mio compito era quello di trovare nuovi passeggeri per la Business Class della Turkish Airlines".
Quanto all'Italia, secondo mercato in Europa, Ayci sottolinea che "quando si tratta di relazioni turco-italiane non parliamo di qualcosa di recente o occasionale, ma di relazioni storiche, molto profonde e reali".
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