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Salvatore Quasimodo, Nobel alla poesia che deve rifare uomo

Salvatore Quasimodo, Nobel alla poesia che deve rifare uomo

Dall'impiego al Genio Civile al premio a Stoccolma

23 novembre 2015, 13:18

Redazione ANSA

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Salvatore Quasimodo, Nobel alla poesia che deve rifare uomo - RIPRODUZIONE RISERVATA

Salvatore Quasimodo, Nobel alla poesia che deve rifare uomo - RIPRODUZIONE RISERVATA
Salvatore Quasimodo, Nobel alla poesia che deve rifare uomo - RIPRODUZIONE RISERVATA

TORINO - Dagli studi tecnici a Modica e Messina al Premio Nobel per la Letteratura. Salvatore Quasimodo iniziò la sua carriera lavorativa non come letterato o poeta, ma con un impiego al Genio Civile, anche se l'amore per la poesia fu in lui fin da ragazzino, tanto che a 15 anni scrisse il suo primo gruppo di liriche. Fu proprio grazie al suo lavoro tecnico, che lo portò in giro per l'Italia, anche a Firenze, dove venne introdotto nell'ambiente letterario da suo cognato, Elio Vittorini.

La sua prima raccolta poetica in versi, 'Acque e Terre', fu pubblicata nel 1930 e 8 anni dopo lasciò il lavoro per dedicarsi a tempo pieno alla letteratura. Il primo riconoscimento ufficiale arrivò con la traduzione dei Lirici Greci che gli valse la nomina a professore per "chiara fama" e l'istituzione della cattedra di Letteratura italiana, creata apposta per lui al Conservatorio di Milano.

La Seconda guerra mondiale fa nascere in lui l'idea che la poesia deve essere impegno sociale e civile per 'rifare l'uomo' abbruttito dagli orrori della guerra. Si racconta che il giorno che ricevette la notizia del conferimento del Nobel, Quasimodo andò comunque a tenere le sue lezioni al Conservatorio. Accettando il premio Quasimodo pronunciò il celebre discorso 'Il poeta e il politico'".

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