TORINO - Andare alla ricerca di pianeti simili alla Terra al di fuori del Sistema Solare e studiarne l'atmosfera per capire se possano esserci forme di vita. Di quello che è uno degli obiettivi degli studi di astrofisica, oltre che dei processi fisici e chimici attivi nel Sistema Solare che guidano la formazione e l'evoluzione della materia organica nello spazio, ha parlato l'astrobiologo dell'Inaf John Robert Brucato al Festival dell'Innovazione e della Scienza di Settimo Torinese.
"Oggi - spiega lo scienziato - si discute di vita a livello batterico nel nostro Sistema Solare. I batteri sono presenti sul nostro pianeta da circa 3 miliardi di anni, quindi è la cosa più probabile da trovare altrove". Ma se queste ricerche possono essere fatte direttamente 'in loco' per quel che riguarda pianeti o satelliti 'vicini', come Marte, Encelado o Titano, diverso è il discorso al di fuori del Sistema Solare. "Dobbiamo cercare esopianeti rocciosi con caratteristiche simili alla Terra, che sono però molto lontani e quindi non visibili direttamente", spiega Brucato, ricordando che ad oggi non è quindi possibile avere alcuna conferma sulla presenza di vita extrasolare.
Risposte più precise si potranno avere fra qualche anno, presumibilmente nel 2018, quando entrerà in funzione il Jwst. Si tratta di un telescopio spaziale che sarà portato in orbita dal vettore Arianne 5 a 1,5 milioni di km dalla terra e che, precisa Brucato "permetterà di avere una migliore visione dei pianeti extra solari".
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