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'Per il lavoro ci metto la firma', parte la campagna Cgil

'Per il lavoro ci metto la firma', parte la campagna Cgil

Al via in Piemonte la raccolta firme per i quattro referendum

TORINO, 24 aprile 2024, 13:50

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

Parte oggi in Piemonte, in concomitanza con le celebrazioni per la Festa della Liberazione del 25 aprile, la campagna nazionale di raccolta firme per i quattro referendum della Cgil sulle maggiori tutele del lavoro, dal titolo: "Per il lavoro ci metto la firma", con l'obiettivo di raccogliere 500mila firme in 3 mesi.
    Banchetti saranno allestiti in tutte le province piemontesi.
    Quattro i quesiti che il sindacato propone alle cittadine e ai cittadini, "per modificare leggi sbagliare che hanno reso il lavoro precario, povero, mal pagato, insicuro". La prima proposta mira a eliminare i meccanismi legislativi contenuti nel Jobs Act che, sul fronte dei licenziamenti dei dipendenti, ha concesso ai datori di lavoro grande libertà di manovra. La Cgil punta a cancellare le norme che permettono licenziamenti ingiustificati e illegittimi, senza l'obbligo di reintegrare il lavoratore se assunto dopo il 2015. La seconda, affronta il tema del tetto massimo di indennizzo, di cui ha diritto un lavoratore licenziato in modo ingiustificato, se assunto in un'azienda con meno di 15 dipendenti. L'obiettivo è quello di superare questa norma stabilendo che sia un giudice a stimare il valore della compensazione economica. Nel terzo quesito referendario si affronta il tema dell'estrema precarietà dei contratti. La modifica proposta vuole abrogare l'articolo 19 del decreto legislativo 81/2015 che consente di stipulare contratti a temine anche senza alcun motivo. Un'azione necessaria per frenare il dilagare di contratti a tempo, senza sicurezze, limitando il loro utilizzo a causali specifiche e temporanee. L'ultimo quesito invece, affronta il tema della sicurezza, proponendo di modificare le leggi che governano il sistema degli appalti.
   

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