La casa come un diritto ma anche
come inizio di un percorso verso l'autonomia e il ritorno a una
vita di piene opportunità. È l'obiettivo del protocollo d'intesa
triennale con il quale la Città di Torino da in concessione alla
Diocesi 20 alloggi di proprietà comunale che a rotazione
accoglieranno persone senza dimora o in situazione di grave
fragilità che potranno così iniziare entrare in un circuito
virtuoso per migliorare la loro situazione.
"Rafforziamo un modello che ha dato frutti molti positivi -
sottolinea la vicesindaca Michela Favaro - e ha permesso, da un
lato, di valorizzare il patrimonio della Città e, dall'altro, di
rispondere ai bisogni delle persone, che sono spesso urgenti e
necessitano di risposte veloci". "Non siamo solo in presenza di
una concessione di spazi - aggiunge l'assessore al Welfare
Jacopo Rosatelli -, ma a questa è legata l'accompagnamento
sociale, ed è questo che fa la differenza. Ogni persona, ogni
nucleo ha bisogno di un tipo di accompagnamento diverso a
seconda della sua situazione - spiega - e quanto più sarà veloce
il percorso verso l'autonomia, tanto più gli alloggi potranno
soddisfare un numero maggiore di persone". L'assessore evidenzia
poi che "gli appartamenti sono sia in centro che in periferia
perché la risposta al bisogno deve essere diffusa su tutto il
territorio". Per il responsabile della pastorale della Salute
don Paolo Fini, è "un momento di responsabilità per noi, che ci
impegniamo non solo a fare ma a promuovere il fare del
territorio. Questo accordo serve anche a ridare senso sociale al
patrimonio pubblico e ci permette ancora di più di dare un
servizio che la Chiesa di Torino offre già da sempre, e farlo
col Comune è ancora più importante Dare una casa - conclude -
non è solo garantire un diritto ma anche dare protezione".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA