Un piano per l'Automotive che
preveda da una parte incentivi pluriennali, dall'altra una serie
di strumenti, come i contratti di sviluppo, che aiutino le
aziende nella transizione verso l'elettrico con un focus
particolare sull'indotto. E' questa l'ipotesi allo studio del
governo, messa a punto sulla base di una doppia proposta del
ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti al tavolo
convocato a Palazzo Chigi. Alla riunione, presieduta dal
sottosegretario Roberto Garofoli, hanno partecipato, oltre a
giorgetti, i ministri dell'Economia, Daniele Franco, delle
Infrastrutture e della mobilità sostenibile, Enrico Giovannini,
e ai vertici del ministero della Transizione Ecologica.
Per gli incentivi si ragiona su una cifra superiore a un
miliardo all'anno e l'idea è di finanziare per tre quarti le
auto a bassa emissione e per un quarto quelle con emissioni fino
a 135 grammi di C02 al chilometro. Per gli altri interventi si
potrebbero utilizzare i vari fondi a disposizione, da quelli
stanzianti con l'ultima manovra al Pnrr fino al Fondo per lo
sviluppo e la coesione. La proposta di incentivi pluriennali va
nella direzione sollecitata dalle associazioni della filiera.
Anche oggi l'Anfia, alla luce dei dati negativi sulla produzione
a dicembre, ha sottolineato il ruolo positivo svolto dagli
incentivi nel 2021 ma anche come i continui 'stop & go' dei vari
provvedimenti di rifinanziamento siano "risultati
controproducenti, creando un effetto attesa nella domanda".
La riunione a Palazzo Chigi è stata una prima "ricognizione"
per arrivare a "coordinare" gli interventi, con l'impegno a
rivedersi entro una decina di giorni. Ogni ministero ha
illustrato le problematiche legate alle trasformazioni in corso
con l'obiettivo di individuare una "strategia nazionale"
attraverso la quale coordinare non solo gli interventi, ma anche
l'utilizzo dei fondi a disposizione. Toccherà quindi alla
presidenza del Consiglio la sintesi tra le diverse anime del
governo, quella più attenta ai risvolti ambientali che considera
positivo lo stop ai motori a combustione entro il 2035 e quella
che guarda con preoccupazione alle ricadute sociali e
occupazionali.
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