"E' compito di uno come me, che ha
fatto 50 film tra belli e meno belli, tra film di successo e
flop, che comunque il cinema lo conosce da dentro, parlare con i
giovani, lavorare con loro perché sfidino se stessi e trovino la
strada, ecco perché mi piace fare master class. E poi non è
colpa mia se ho 80 anni, non me ne si faccia una colpa. Io non
ho età, è il mio corpo che ce l'ha e non risponde ai comandi
come vorrei". Lo ha detto il regista Pupi Avati, oggi a Torino
al suo primo incontro con i 24 attori della master class
promossa da Distretto Cinema, divisa in tre sessioni.
"Tutte le gioventù si assomigliano - ha aggiunto - i ragazzi
chiedono di essere risarciti dalla vita e di poter sognare".
Il corso terminerà in aprile con la realizzazione di un
cortometraggio. La sceneggiatura, scritta dallo stesso Avati,
racconta di una piccola tv privata di una grande città, che
cambia padrone. Il nuovo proprietario invita i dipendenti a una
cena, ma poi, alla fine li licenzia tutti.
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