Nelle mense scolastiche torinesi,
con la possibilità di portarsi il pranzo da casa, sono circa un
milione in meno l'anno i pasti 'veicolati'. Ma la tendenza a
rinunciare al servizio si sta stabilizzando e, in alcuni casi,
cala. I dati sono emersi nell'audizione dei vertici delle
aziende di ristorazione collettiva in commissione consiliare in
Comune. La Camst, che ha la maggior parte dei lotti in appalto,
si è passati dai 17 mila pasti al giorno del 2012 a 13 mila, con
un calo annuale di 700mila. La Ladisa è scesa di 60 mila pasti
l'anno, Eutourist ha rilevato un calo di 240-250 mila pranzi
annui, "ma dopo il drastico calo in seguito alla cosiddetta
sentenza del 'diritto al panino' - spiegano - negli ultimi 4
mesi non sono ulteriormente scesi, anzi per noi c'è un 2% in
più". I lavoratori coinvolti, in particolare con riduzioni di
orario, sono 38 di Camst, 15 di Ladisa e una quarantina di
Eutourist: la questione verrà affrontata domani in una nuova
commissione con i rappresentanti dei lavoratori.
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